Page 16 - il viaggio dello zinco
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14 9 aprile Ì482. Vi si lavorò molto, e si penetrò assai dentro nelle viscere di quel monte [si riferisce a Costa Jels] ... Conviene dire che la faccenda riuscisse bene, perché molti sono i vuoti che si fecero, tali da richiedere molto tempo e molte braccia... Si ignora se qualche mortalità, o qualche al- tro motivo abbia fatto abbandonare l'opera, oppure se in quei tali luoghi si fosse asciugata la vena... ". Il capitano Giovanni Renier, rettore Veneto, in una sua relazione sul territorio bergamasco, nel 1599 ricor- da che pur non essendo attive, in Val Farina (Oltre il Colle) esistevano due miniere, una di zinco ed una di piombo. Agli antichi però, pur coltivandolo, lo zinco era co- nosciuto solo come metallo allo stato di lega, ignoran- do come estrarlo dai minerali; oltre a ricavarne bron- zo, sapevano però associarlo al rame per produrre l'ot- tone. Nel XVIII secolo in Europa si scoprì il sistema, sembra già conosciuto in Cina, di ricavare lo zinco allo stato di metallo dai suoi minerali associati. Già alla fi- Cantiere "Selvatici" ne di quel secolo iniziò la produzione di piccoli quantitativi di zinco metallico. ne! ribasso Nel 1837 si costituì la società belga Vieille Montagne; la stessa costruì un nuovo ed Riso/Par ina: II minatore accende apposito forno che permise la produzione del metallo su larga scala. Nonostante la la miccia (1972) scoperta dello zinco le miniere della bergamasca furono per lo più coltivate a calami- na per la produzione dell'ottone. Negli anni '60 del XIX secolo in Sardegna si registrò un forte sviluppo delle miniere dello zinco e su quella spinta anche in provincia di Ber- gamo si avviarono concessioni minerarie. A Corno troviamo concessioni minerarie a metà del XIX secolo nel 1841 a Giovan- ni Borlini di Chignolo d'Oneta (parroco di quella frazione), Pietro Capitanio e Giaco- mo Suardo di Trescore, nel 1852 a Pietro Ferrari e Sortolo Perani di Casnigo. Nel 1868 ottiene una concessione Battista Epis di Oneta, segretario di quel comune, che si era accordato con l'avvocato genovese Giacomo Sileoni. Merita un cenno descrivere come si era arrivati a questa concessione. Vittore Baccanelli, nonno paterno di chi scrive, nel n. 14 del settimanale popolare di elusone "La voce della montagna" del 6 giugno 1954, aveva riportato "alcune notarelle tolte da un vecchio giornale cittadino" che riguardavano la concessione stessa, alle quali attingo sin- teticamente. Battista Epis nel 1866, durante la terza guerra d'indipendenza, è seminarista pres- so il seminario vescovile di Bergamo; proba- bilmente non ha la vocazione sacerdotale e fugge dal seminario arruolandosi nei "Cac- ciatori delle Alpi" di Giuseppe Garibaldi. A Bezzeca (Trento), dove il 21 luglio di quel- l'anno ha luogo la battaglia decisiva contro l'Austria per l'annessione del Veneto all'Ita- lia, conosce Ventura Gregorini della fami- glia industriale siderurgica di Castro. Il 3 ot- tobre 1866 a Vienna si firma la pace tra l'Ita- lia e l'Austria; l'Epis, dopo il congedo, gra- Cantiere "Selvatici" nel ribasso Riso/Farina: il minatore usa l'autopsia (1972)
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