Page 11 - il viaggio dello zinco
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LA MINIERA NEL SANGUE A tutti coloro che pur non essendo minatori amano la miniera Non sono minatore, non sono figlio di minatori, ma come tanti gornesi ho la miniera nel sangue. Da bambino, da ragazzo e da giovane, passeggiando per Corno, mio caro paese, incontravo minatori con le loro acetilene, vedevo imbocchi di gallerie, carovane di vagoncini, teleferiche e sentivo "l'odore" inconfondibile del minatore e della laveria. Come si fa a non avere la miniera nel sangue! Andando a Casnigo, paese d'origine di mia madre, dopo essere sceso dal trenino a vapore della Valle Seriana a Vertova ed aver attraversato il ponte sul fiume Serio incontravo minatori, an- che gornesi, e vagoncini che uscivano dalla miniera di lignite che pas- sava sotto l'agro casnighese; da Casnigo pedalando in bicicletta e passando nelle località dove si svolgeva l'attività mineraria incontravo un edificio con la scritta a caratteri cubitali: La miniera è la nostra trincea. Come si fa a non avere la miniera nel sangue! Mio padre, non per mestiere ma per passione, suonava l'organo ed il piano, dirigendo anche la corale parrocchiale; spesse volte, finite le prove, fatte in casa, con i cantori intonava le canzoni dei minatori: "Po' i diss che i minatori son Hngéri i porta i braghe larghe e i stivaloni... e apena traforai la galerìa e apena trafòrat la galerìa..." oppure "E la mia mamma sempre me lo diceva di stare lontano dalla miniera..."
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