Page 6 - 1982 N.4 APRILE
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Gorno rimarrebbe, a detta loro, il centro ope- grammata nel giugno del '79 allorchè si accettò la rativo di tutta la ricerca; ma, tutto sommato, vi- soppressione della produzione primaria dello zin- sto che le fotografie aeree e le immagini di satelli- co allo stabilimento di Ponte Nossa. te, le analisi di laboratorio e l'elaborazione stati- Comunque la più grossa incognita è che, in as- stica saranno fatte altrove, ci si chiede cosa ri- senza della legge mineraria e di un adeguato pia- marrà alla miniera di Gorno? Qualche ufficio, no di interventi, la miniera ha vivacchiato a se- qualche garage e una miniera in parte allagata conda delle protezioni politiche più o meno forti (compresi i relativi macchinari) e tutta murata in legate alle varie stagioni dei parlamentari e alle attesa di deperimento. E poi parlano di aver sal- lottizzazioni delle poltrone a Roma. La miniera vaguardato l'eventuale futuro sviluppo della mi- vale non perché è ben protetta, ma perché il mine- niera in tempi migliori. rale c'è. Hanno trasferito i macchinari esistenti, adesso ne comprano altri per un miliardo e cento milio- ni; anche questi, finita la ricerca convoleranno verso altre zone. Anche gli immobili saranno trasferiti? Andran- no a rimpinzare la fame della speculazione edili- zia nostrana? Al territorio e alla montagna rimarranno, co- me sempre, i cocci, i dissesti idrogeologici e la fu- ,_ tura coltivazione dell'Uranio (unico rimasuglio della strategia del23/ ll/79)? Sui posti di lavoro (era prevista una riduzione di 63 unità in tutto il settore ex Egam affidato all'Eni) ci troviamo con una perdita secca, solo alla miniera di Gorno, di 103 unità e anche l'as- sorbimento nello stabilimento di Ponte Nossa non è altro che un ripiego. Ancora ultimamente qualcuno ha cercato di far digerire la chiusura della miniera ventilando la «conquista» del forno Waelz, in realtà già pro- VI
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