BlackOut – sito Valdelriso

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Internet senza pace in questi giorni. Dopo il grande guasto ai server di Amazon la settimana scorsa, oggi è toccato all’Italia con il blackout da record, causato da un incendio, per un milione e più di siti ospitati da Aruba, il primo operatore italiano di web hosting.

Aruba, infatti, ospita sui suoi server, provvedendo a connetterli a Internet, più di 1,25 mln di siti web e gestisce più 1,65 mln di domini registrati  dove è ospitato anche Valdelriso.it e cinque milioni di caselle di posta elettronica, anche certificata.

Nato nel 1994, come provider di connettività Internet con il nome di Technet.it, Aruba ha preso poi questo nome nel 2000, cominciando ad ospitare siti sui propri server. In seguito ad una serie di acquisizioni, avvenute in questi ultimi anni il gruppo oggi conta più di 14 marchi nel settore dell’hosting e della gestione dei domini, ovvero degli indirizzi Internet dei siti web.

Quella di Arezzo, dov’è avvenuto questa notte l’incendio, è la principale `webfarm´ della società, che vi opera più di 10mila server su un’area di duemila metri quadrati, ed è connessa ad Internet con un collegamento da 50 Gigabit al secondo, attraverso tre carrier (Wind, Telecom e Cogent).

Aruba ha anche altri datacenter a Bologna e Milano che però hanno funzioni specifiche, rispettivamente di recupero dei dati e di supporto, e una seconda `webfarm´, nella Repubblica Ceca, che però serve principalmente l’Europa Orientale.

L’incendio, domato intorno alle 8,00 di questa mattina, a quanto si è appreso online è avvenuto nell’area UPS, quella dei gruppi di continuità che assicurano l’energia elettrica ai server in caso di blackout, e ha obbligato l’operatore a spegnere, letteralmente, tutti i server, mandando offline per diverse ore centinaia di migliaia di siti italiani.

Il blackout non ha però riguardato solamente i siti ospitati, ma anche le caselle di posta elettronica. Numerose le proteste comparse sui vari siti Internet specializzati, da parte degli utenti per il servizio di webmail che risultava ancora sospeso nel primo pomeriggio. Quello di oggi per Aruba non è il primo incidente di questo tipo. Un fermo di minore rilevanza si era già verificato il 6 ottobre dell’anno scorso, a causa di un errore umano, anche se in un primo tempo si era data la colpa al maltempo.