| MINERALI
fabrycjx 27/1/2020 11:53
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| Giacomo Avv. Sileoni
fabrycjx 21/1/2020 17:31
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Ormai quasi illeggibile, questa lapide, sul muro del santuario di Ponte Nossa recita:
GIACOMO AVVOCATO SILEONI NATO A SAN SEVERINO DELLE ROMAGNE MORTO CON TUTTI I CONFORTI DI NOSTRA SANTA RELIGIONE IL 27 NOVEMBRE1872 IN PONTE DI NOSSA E SEPOLTO NEL SOPRASTANTE CIMITERO FU IL BENEMERITO SCOPRITORE E PRIMO COLTIVATORE DELLE MINIERE DI CALAMINA NEI CIRCOSTANTI PAESI IN PREMOLO GORNO ED ONETA LUIGIA DI CUI VEDOVA SPOSA CON UNICA FIGLIA ARTEMISIA FATTO ACQUISTO DI QUESTO FONDO A BENEFICIO DEL SANTUARIO VOLLERO INTITOLATA LA NUOVA PIAZZA AL CARO NOME DEL MARITO E DEL PADRE PERCHE NE FOSSE PERPETUATA LA RIMEMBRANZA E DURATURA LA PRECE PER L'ANIMA SUA NEL TEMPIO DELLA B. VERGINE DELLE LACRIME QUI APPARSA 1511 ED INCORONATA 1874
"Ben presto si sparse, in Sardegna, la voce che minerale di zinco era stato scoperto nella Bergamasca: difatti il 22 marzo 1871 venivano dichiarate miniere scoperte i punti minerari di Sopra la Pozza, Pozzetta e Costa Jels, sul territorio dei comuni di Oneta e Gorno. Il 20 settembre 1871, l'avv. Giacomo Sileoni d'Iglesias ne chiedeva la concessione. I suoi eredi la cedettero poi a società inglesi, che la rivendettero in seguito alla Vieille Montagne. Ma alla fine del periodo che c'interessa, questa acquistò da un industriale sardo, Giuseppe Villa d'Iglesias, e dal suo socio Pellicioli i permessi detti Ortighera e Vedrà di Val e di Dossena in comune di Oltre il Colle. Negli anni successivi le concessioni in quella zona andranno moltiplicandosi: le tabelle riprodotte in appendice daranno, a mio parere, un'idea dell'importanza acquisita dalla Società belga in quella provincia. Si estese anche in quella di Brescia (Provaglio di Sotto) ed affittò perfino nel Cuneese una concessione che era stata accordata da Napoleone I il 20 luglio 1807) Così la Vieille Montagne conquistò, si può dire, un vero impero induÂstriale in Italia, che potè mantenere fino al 1941. Strano destino riservato alla scoperta che si vuole casuale di un canonico spretato sospetto di simÂpatia per l'alchimia, e proprietario di una miniera sita in un « territorio dimenÂticato» dal Trattato da Vienna. " ROBERT VAN NUFFEL
Domanda di concesssione mineraria della miniera di calamina denominata sopra POZZA POZZETTA e COSTA JELS
R. UFFICIO MINERALOGICO MILANO N°372 registrato il 12 dicembre 1871 Processo verbale di delimitazione della miniera di calamina denominata sopra POZZA POZZETTA e COSTA JELS del signor Avv. Giacomo Sileoni situata nei Comuni di Gorno ed Oneta clicca qui
tratto da: Rassegna storica del Risorgimento INVESTIMENTI BELGI IN ITALIA (Robert Van Nuffel)
ARCHIVIO CENTRALE DELLO STATO
Citazione:
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| Ribasso "serpente"
fabrycjx 21/1/2020 16:41
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Miniere di Gorno
Ribasso "serpente"
Il ribasso "serpente", ora chiamato"serpenti" nel cantiere di Costa Jels (Gorno) Fu realizzato nel l950 ( da una mappa datata in archivio di Stato, sezione di Ardesio) Il nome invece è abbastanza verosimile che sia stato dato per la forma del corpo mineralizzato, coltivato come si può vedere da questa mappa. In evidenza la rimonta in fase di realizzazione e anche la tufite N°1 sotto la quale è stato rinvenuto il corpo mineralizzato a calamina, come frequentemente avveniva.
Video Ribasso serpente: percorso didattico autorizzato da Regione Lombardia
Citazione:
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| Zinco: Simbolo alchimista 
fabrycjx 11/12/2019 21:00
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| Casa abitata dalla famiglia Villa
fabrycjx 2/12/2019 13:40
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Miniere di Gorno
Scrivono dall'Australia Sue e John Boyland
8/10/2019
"Il nonno di mio marito venne in Australia da Gorno nel 1913. Si chiamava Angelo Attilio Villa e i suoi genitori erano Enrico Villa e Rosa Rancati. Sia Angelo che Enrico lavoravano nel settore minerario e vivevano tra Gorno e Oneta. (Foto della casa dove hanno abitato)
Sue Boyland
Australia Occidentale"
Approfondimento su famiglia Villa
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| Centrale Val Rogno
fabrycjx 22/10/2019 12:32
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MINIERE DI GORNO Centrale idroelettrica Val Rogno.
Dalla rivista del servizio minerario del 1912
Rispetto, intanto, all'esterno della miniera Riso, è da menzionare l'ultimazione del nuovo impianto idroelettrico, già accennato nel precedente rapporto, che, se di limitata importanza, per la forza ottenibile, è, tuttavia, molto interessante pel complesso di particolari difficili e costosi richiesti, sia nei riguardi della produzione dell'energia, sia in quelli della sua utilizzazione, tornando ad onore del direttore tecnico della miniera, ing. Zay, che lo progettò ed eseguì. La derivazione si effettua dalla sponda sinistra del torrente Riso, immediatamente a valle della sua confluenza col torrente Musso. Le opere di presa comprendono una diga, costruita in muratura di getto, della lunghezza di m. 70 circa, avente la massima altezza di m. 6, in corrispondenza all'alveo del torrente, con una larghezza di m. 8, alla base e di m. 1.20 al ciglio, nonché una serie di vasche di deposito e di decantazione (le acque contengono sabbie e fango, provenienti dalla Laveria Riso) ed un poz¬zetto di carico. Da quest'ultimo, parte un sifone metallico, del diametro interno di mm. 560 e della Iunghezza di m. 300, che convoglia le acque, nel quantitativo di litri 300 al 1", ad un altro pozzetto, posto nella località « Fondo Ripa di Gorno ». Il sifone, la cui perdita di carico è di m. 1.40, si rese necessario per le accidentalità del terreno e per l'esistenza di case e strade, che non potevano essere attraversate da un canale. Dal secondo pozzetto, parte il canale di carico, lungo m. 1 356, e costituito da tubi di cemento, del diametro interno di mm. 700, che sono, accuratamente, connessi, in modo da rendere impossibile qualunque perdita, mentre sono collocati, per la maggior parte, a mezza costa e, soltanto, in piccola parte interrati. In prossimità della valle « Rogno » trovasi un terzo pozzetto di carico, dal quale parte la condotta forzata, del diametro interno di mm. 550 e della lunghezza di m. 105, che porta l'acqua ad una turbina, con salto utile di m. 48.50. La turbina a reazione, in camera forzata, metallica, con aspirazione di m. 4. 50 è della ditta A. Calzoni di Bologna, la quale costruì, pure, l'ultimo regolatore, a pressione d'olio, di cui la turbina stessa è fornita. Questa è, poi, direttamente, accoppiata ad un alternatore trifase delle « Officine meccaniche di Rivarolo Ligure », che ha la potenza di 120 KW, colla tensione di 2000 volts e 50 periodi. L'energia elettrica è trasportata sino all'imbocco della galleria Riso, su di un percorso di circa km.3, a mezzo di una linea area, a tre fili, entra nella detta galleria per un cavo trifase, sospeso alla volta, percorrendo, quindi, il sotterraneo, lungo quasi km. 2, ed esce, poi, dal sotterraneo medesimo, seguendo il pozzo Zay, presso il quale avviene la trasformazione da 2000 a 230 volts. L'energia sviluppata dall'impianto,all'alternatore è di circa 140 HP. Essa ha permesso di adibire la centrale già esistente di Valnoseda (80 HP) al servizio esclusivo della miniera e della illuminazione, destinandosi alla laveria Riso una parte della nuova forza, mentre l'altra rimarrà a disposizione della minierae della nuova laveria, che è in progetto, nel trattamento dei materiali poveri, provenienti dalla laveria Riso.
Distretto di Milano.
CENTRALI IDROELETTRICHE PER USO MINIERA
Per soddisfare i bisogni di energia elettrica legati all'attività mineraria, furono richieste in tempi successivi alcune concessioni di derivazione d'acqua. La prima domanda venne fatta nel 1893 e l'ultima nel 1929. Un centrale costruita dalla Crown Spelter fu la centrale Val Rogno, di cui oggi resta il fabbricato ad uso ristorante all’inizio della Val del Riso nella località Centrale, che ne ha preso il nome.
A seguito delle istanze favorevolmente accolte, la "Vieille Montagne" allora proprietaria della miniera, costruì due impianti di modesta potenza denominati rispettivamente "Cavrera" e "Costone poi dedicata a Luigi Noble", quest'ultimo impianto ubicato presso il Ponte del Costone in territorio di Casnigo.
La prima centrale denominata Cavrera venne realizzata accanto all'omonimo ponte della Cavrera, è possibile tuttora osservare i resti dell'edificio in completa rovina, sull'antico percorso per Chignolo, provvista di una dinamo ma senza alternatore, capace quindi di produrre energia elettrica solo in corrente continua.
Successivamente, nel 1925 la centrale venne spostata all'interno del ribasso Riso in una camera sotterranea, a 1300 mt. Dall’imbocco principale, dotata questa volta di due turbine delle Costruzioni Meccaniche Riva, e due alternatori della Tecnomasio capaci di sviluppare rispettivamente 160 KVA e 130 KVA in corrente alternata. Le acque turbinate della centrale Cavrera vennero canalizzate fino alla galleria denominata Maometto, realizzata nel 1930 per portare l’acqua alla centrale del Costone, La quale era dotata di 3 generatori da 500 kw/h cadauno.
Vennero così soddisfatte allora le totali esigenze della miniera consentendo di fornire anche l'illuminazione ai paesi di Gorno, Oneta. Una parete della sala dove sono collocate le turbine venne affrescata con una certa efficacia da un pittore dilettante di Casnigo del quale si è perduto il nome. Nel 1949 la societa' S.A.P.E.Z., incaricava il geologo Ardito Desio per lo studio di fattibilità di un invaso da realizzare in Val Noseda; il parere tecnico fu positivo ma non fu dato seguito al progetto.
In Val del riso N°11 Dicembre 1995
(foto tratta da "il viaggio dello zinco " di Amerigo Baccanelli)
Citazione:Periodico In Val del riso |
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| Statuto per mutua assistenza minatori
fabrycjx 19/10/2019 19:44
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| minatore sopra fornello
fabrycjx 18/9/2019 11:16
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MINIERE DI GORNO
Minatore sopra fornello La grata su cui poggia il minatore serviva per calibrare la pezzatura del materiale riversato; se necessario i massi dovevano essere rotti manualmente con la mazza. Non meno importante, era la protezione che la grata offriva da cadute accidentali nel fornello, il quale poteva essere profondo anche più di 50 mt, per trasferire il minerale al ribasso sottostante dove sarebbe stato estratto per essere trasportato all'esterno della miniera.
Di seguito la descrizione del perito minerario C.C. che suggerisce l'applicazione di tali griglie:
Cantiere 158 controllo: bloccaggio, L'appezzatura del grezzo deve essere contenuta entro dimensioni opportune, per ovviare l'inconveniente troppo spesso gravoso e dispendioso d'intasare i fornelli di gettito del minerale e l’incagliamento dei frantoi negli impianti di arricchimento. A tale scopo alla sommità dei fornelli vengono predisposte griglie. Sono esse vecchie rotaie che possono essere disposte in senso longitudinale od a maglia; la distanza dei suoi elementi permette di definire il bloccaggio del grezzo entro i limiti desiderati. Le griglie hanno inoltre la funzione importantissima di salvaguardare la sicurezza e la incolumità del minatore e di quanti fossero poco pratici e sprovveduti della miniera che se non fossero avvertiti dalla loro presenza cadrebbero nei fornelli con effetti talvolta tragici. L'operaio addetto a tale compito deve curare in modo attento e scrupoloso l'appezzatura del materiale ricucendone opportunamente le dimensioni e, se ciò non fosse possibile per le dimensioni e la compattezza del materiale ricorrere alle tavolette dì rottura. Riporto il disegno della griglia presa da me in considerazione e sotto controllo:Essa è risultata efficiente e funzionale. Il grezzo,trasportato dalla autopala sino al fornello, non ha presentato difficoltà per una eventuale riduzione, essendo stato poco duro e compatto ed inoltre l'appezzatura era piuttosto normale. Qualora le caratteristiche del materiale lo richiedessero, suggerirei l'impiego di due operai alla griglia, questo favorirebbe la continuità del lavoro ed un rendimento nettamente superiore. Preciso che la griglia in questione bene si presta alla attuazione del mio riscontro.
Norme di comportamento per la sicurezza in miniera
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| CENTRALE DEL COSTONE
fabrycjx 19/3/2019 12:54
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| MAPPA TRASPORTO CON TELEFERICHE
fabrycjx 3/3/2019 15:57
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