| Italo Guerinoni
fabrycjx 22/3/2022 10:27
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| Charlie
fabrycjx 21/2/2022 16:06
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| Dott. Casimiro Ceroni
fabrycjx 27/1/2022 8:43
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Gorno Come non ricordare il nostro caro dottor Casimiro Ceroni. Originario di Oltre il Colle venne da giovane a Gorno per esercitare la professione di medico condotto, si fece aprezzare subito per la sua disponibilità. A quei tempi la Valle del Riso era per lo più asservita da mulattiere e il nostro medico aveva anticipato i tempi, atrezzandosi con una moto a uso fuoristrada con cui raggiungeva anche i casolari sui monti; a causa di ciò ebbe alcuni infortuni per questi interventi. Di notte o di giorno e a tutte le ore il nostro dottore rispondeva alle chiamate dei valligiani. Come poi non ricordare la sua abilità nel togliere i denti, per questo venivano spesso anche dai paesi limitrofi. Grazie dott. Ceroni per l'opera che hai svolto. Il dott. Ceroni su: inVal del Riso luglio 1979
In Val del riso N°6 Giugno 1991 In ricordo su: In Val del Riso n°1 Aprile 2001
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| Giuseppe Riccardi
fabrycjx 3/9/2021 11:58
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| Fugazzola Mario
fabrycjx 20/3/2021 20:38
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Fugazzola Mario Nato il 12 febbraio 1933 scultore, pittore, poeta. Operaio specializzato in saldatura ha lavorato prima nell’officina meccanica delle miniere di Gorno, in seguito ha continuato la sua mansione nello stabilimento per la produzione di zinco elettrolitico a Ponte Nossa. Oggi in pensione, abita sempre a Gorno nel villaggio minerario di Campello. La sua passione per questo lavoro lo ha portato a creare opere bellissime in ferro. La tecnica maggiormente usata è il riporto o l’asportazione di metallo con saldatrice ad arco. ha dipinto quadri, purtroppo la maggior parte andati distrutti in un incendio del suo laboratorio.
Mario Fugazzola ci ha lasciato il 7/11/2013
ha scritto in oltre poesie molto divertenti eccone una:
LA BALLATA DELL’OPERAIO
Ricorda Mario, fai il tuo dovere, lo so che non ti fa piacere,
oltre la famiglia più di un impiegato devi mantenere.
Un giorno sono stato sfortunato, mi sono ammalato,
il medico della mutua mi si è presentato forse ho commesso un reato.
Cerca di capire di libertà provvisoria si può anche morire.
Che cosa ci vuoi fare torna a lavorare.
Il delinquente sì, si può perdonare, ma l’operaio no, lui deve lavorare,
deve accettare la sfida, magari la lettera di diffida. Che cosa ci vuoi fare, torna a lavorare.
Ma io sono disoccupato. Ma cosa vuoi? Non hai nessuno da mantenere,
qualcuno ci ha già pensato ha messo un robot a fare il tuo mestiere.
Ma quale casa? Non vedi che è un solaio! Ma cosa vuoi ancora, sei un operaio!
Fai un po’ come ti pare torna a lavorare!
Impiegati e dirigenti ce ne sono dappertutto, in paesi e città,
ma chi lavora è sempre l’operaio qua.
A mezzogiorno se vuoi campare alla mensa devi mangiare.
Un giorno dopo aver mangiato porcherie all’assemblea volevo dire le mie,
ma ero troppo, troppo debole di calorie.
Ma sei impazzito? Alle nove vuoi firmare? Sei un operaio, alle otto devi timbrare!
Non fare il cretino guarda il cartellino, ormai sei schedato, quarantacinque hai stampato.
Lavoro il ferro, qualche volta mi lamento però mi sento al sicuro, in tanti mi stanno a guardare; confesso non mi fa piacere, la legge me li fa mantenere
lavorare, lavorare……..presto vado in pensione, penso alla liquidazione,
sei un operaio,anche se c’è la differenza non è che rimani senza.
Che cosa ci vuoi fare torna a lavorare…..
Però sono stato fortunato, mi hanno anche decorato, mi hanno dato la medaglia,
credevo fosse un trucco, tornato a casa alla sera m’accorsi che era vera.
Il giorno dopo tanto per cambiare son tornato a lavorare.
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| PIETRO GUERINONI
fabrycjx 18/3/2021 18:27
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PIETRO GUERINONI (Pierì Barbù) Si battè con forza, ma senza armi, affinchè a Gorno giungesse l'energia elettrica. A Gorno è rimasto il detto: la luce fù grazie a Zay Ernesto e Pierì Barbù! Le prime luci a Gorno si accesero il 20 dicembre 1908 grazie a questi peronaggi;( Zay Ernesto era l'allora direttore delle miniere di Gorno), mise a disposizione della comunità parte dell'energia prodotta dalla centrale idroelettrica delle miniere, su accanita insistenza di Pietro Guerinoni.
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| Giovanni Varischetti
fabrycjx 4/12/2020 11:43
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Giovanni Varischetti e le sue sculture
Giovanni vede la sua prima alba il giorno più lungo del 1934. Il 21 giugno.Come la maggior parte dei suoi fratelli e dei suoi compaesani di quella generazione cresce fra gli animali e le pietre, con le materie prime di un’esistenza semplice. Il fieno, le foglie, le pietre e il legno. Al legno tornerà dopo alcuni anni quando trasferitosi con la famiglia a Ranica, si troverà a giocarci. Il destino gli ha concesso di ottenere un impiego in un ponte radio sul colle della Maresana, laddove il suo compito è custodire ... Lui che aveva custodito per anni le bestie sul Grem, in Grina e in Golla, si trovava a custodire una stazione radio ripetitrice sul crinale di una collina. Per raggiungere questo posto di lavoro, risale un sentiero e attraversa i boschi. Ma a Giovanni prudono le mani, non è abituato a custodire delle apparecchiature con lancette che non dicono l’ora ma valori di cui non ha sentore. Dopo aver passato alcuni anni a lavorare di notte in fabbrica a Ponte Nossa,e governato le bestie di giorno in Grina, superare le preoccupazioni della crisi di fine anni 60 con un impiego del genere sembra un miracolo, e allora inizia a leggere testi sacri. Illustrati si perché a scuola non era uno dei più bravi...era sempre distratto pensando alle sue caprette. Dunque nella piccola officina di manutenzione del ponte radio della Maresana, un girono dopo aver svolto le sue mansioni ordinarie, si prepara un bastone, per scacciare le serpi lungo il cammino. Ma questo bastone gli viene tanto bene che lo deve regalare e ne fa un altro, e poi un altro ancora... Fino a quando qualche parente gli dice...: ma pròa a fa sö i rastèi...lui ascolta, e inizia a produrre rastrelli. Belli equilibrati... il manico di un legno, la testa di un altro e i denti di un altro ancora. Nel giro di qualche mese diventa un provetto produttore di rastrelli. Insomma siamo al limite perché la piccola officina del ponte radio si trasforma in un laboratorio. Ma d'altronde i compiti prevedono la presenza, l’ordine e la manutenzione. Ci sono tempi in cui il custode è comunque meglio che sia vigile e presente.Un giorno Giovanni passando per il bosco, vede una capra, accidenti! E’ intrappolata in un tronco e allora lui che fa? Taglia l’albero e libera la capra... Non ha attrezzi adatti, dunque se li crea limando pezzi di ferro e utensili di fortuna, ma la sua capretta lo guarda e gli sorride e allora le vuole dare compagnia e libera dal legno una gallina, poi un’aquila, poi ... un cavallo, poi una mucca e poi... Cristo. Cristo in croce è la sua liberazione preferita. A lui piace proprio togliere dal legno tutto quanto sta attorno a quella che dopo qualche giorno sa-rà una cosa che altri definiscono “opera”. E allora inizia ad aver cura del materiale e delle attrezzature e via via inizia ad assecondare una dote che nemmeno lui si spiega. Mani grandi, e nessuna preparazione scolastica, nessun principio di proporzione, disegno o tecnica appresa con un maestro. Niente di tutto ciò, solo la memoria di come è fatta una mucca, un cavallo e l’osservazione delle proprie membra per riprodurle nelle mani, braccia, volti ed espressioni dei personaggi realizzati. Giovanni per anni produce diverse sculture di diversi tagli e formati, a volte su richiesta di qualche amico, ma prevalentemente seguendo la propria indole indomita.Una passione che però abbandona quasi completamente quando cambiano i ritmi della sua vita. Il ritorno alla sua prima passione, gli animali, la stalla e i campi quando va in pensione. Si scorda la sua abilità e quasi come volesse voltare pagina fa a meno della sua capacità manuale. Torna a percuotere gli scalpelli a distanza di anni quando per fare un po’ di riabilitazione postoperatoria alle mani per tunnel carpale, segue i suggerimenti dei famigliari e riprende così daccapo. Prima libera un orso, poi un Cristo e poi ...
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beni storici e artistici della diocesi di Bergamo La via crucis
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| Enrico Telini
fabrycjx 20/2/2020 11:22
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Enrico Telini Sempre all'avanguardia nelle tecnologie del suo tempo. Perito elettrotecnico, elettronico autodidatta Radioamatore I2 THE (QRT s.k.) Speleologo e appassionato di montagna Fotografo e cineoperatore: molti suoi lavori sono diventati documenti unici a testimonianza del passato sul nostro territorio Tra i piu importanti ricordiamo: il cortometraggio "La stella alpina" Miniere e minatori della valle del riso Lo stabilimentio dello zinco elettrolitico AMMI(produzione) e molti altri che dimostrano la passione e l'attaccamento al suo territorio.
Curioso lo scherzo goliardico che mise in opera negli anni sessanta del secolo scorso. Assieme ad altri amici, sfruttando le sue capacità elettroniche, autocostruì un trasmettitore ad onde medie di moderata potenza, in modo che avesse una copertura di qualche centinaio di metri, sintonizzato sulla frequenza del programma nazionale "Il gazzettino Padano". Allora tutti ascoltavano questo notiziario. Altri prepararono il testo da trasmettere. Il contenuto annunciava la notizia che, essendo un emigrante di Gorno deceduto in Australia, questi aveva lasciato ad alcuni abitanti del paese una cospicua somma di denaro. Il messaggio venne divulgato sovrapponendosi alla trasmissione originale del Gazzettino Padano, subito dopo la sigla iniziale. Immaginatevi il subbuglio che si generò in paese. L'unico che sospettò del Telini fu il parroco di allora Don Gotti.
(Questo fatto lo riporto così come mi è stato raccontato da testimoni di allora)
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| Guerinoni Camillo 
fabrycjx 6/9/2019 14:21
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Guerinoni Camillo classe 1917 Già sindaco di Gorno Dal 1946 al 1967 |
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| Don Pietro Luigi Todeschini
fabrycjx 28/1/2016 12:56
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Don Pietro Luigi Todeschini. A Lui si deve la costruzione nel 1913 del primo oratorio di Gorno. Cappellano militare 3 medaglie d'argento al valor militare 4 medaglie di bronzo al valor militare medaglia d'oro al merito della sanità pubblica croce di cavaliere concessa di motu proprio da sua maestà il Re. 2 encomi solenni, distintivo d'onore dei feriti di guerra, e altri riconoscimenti ancora. Eroico Don Todeschini, il libro che racconta della sua vita.
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