Don Giuseppe Magni Gazzaniga 5/12/1915 Gorno1 agosto1974 Parroco a Gorno dal 1967 al 1974
PARROCCHIA DI S. MARTINO VESCOVO IN MEMORIA DI DON GIUSEPPE MAGNI (Bollettino Parrocchiale) Nato a Gazzaniga il 5 dicembre 1915, matura il suo progetto di vita con la scelta al Sacerdozio; consacrato il 18 maggio del 1940, si trova impegnato il primo anno come coadiutore a Brembate Sotto. Sono gli anni della guerra; è chiamato nel Seminario di Clusone come vicerettore e con i seminaristi vive quei momenti difficili. Nel '46 si trasferisce a Bergamo, in S. Maria delle Grazie, la parrocchia alla quale dedica il pieno delle sue forze: oratorio, gruppo adolescenti e giovani, chierichetti, pueri cantores... Nel '67 è inviato nella parrocchia di Gorno.
Ti ricordo così... Ora che non sei più qui, ti sento più vicino e più fratello, sì, credo che anche se non ti vedo più, ora posso parlarti più sinceramente e profondamente di prima e possiamo capirci di più. Ti rivedo in Chiesa, inginocchiato a pregare dopo la messa, a ringraziare quel Dio che attraverso le tue parole e le tue mani era diventato presente ed era stato distribuito, segno di unità , ai cristiani. Sinceramente, pensavo che tu perdessi tempo a pregare perché avevi molti altri impegni, poi Qualcuno mi ha aiutato a capire che solo pregando tutto il resto della vita prende un significato. Eri un prete che non aveva né fretta né vergogna di pregare, così trasmettevi a chi parlava con te le parole che Dio ti diceva nel silenzio: non parole vuote ma piene dì fede e di amore. Sfogliando un libro mi è capitato tra mano un foglio scritto da te: « San Paolo ripete anche a me come a Timoteo: " Sostieni anche tu fatiche per il Vangelo, contando sulla potenza di Dio " ». Se è vero che Dio sa scrivere diritto anche sulle righe storte, Iddio mi fa l'onore di essere testimone della Luce. Chi mi incontrerà possa ripetere come i discepoli di Emmaus: « Abbiamo incontrato il Signore per strada ». Noi siamo preoccupati di fare, noi giudichiamo una persona in base a ciò che fa, dimentichiamo che una persona vale per ciò che è: tu sei stato per noi quello che hai scritto: hai faticato per il Vangelo, sei stato testimone della Luce, sei stato il Cristo per chi ti ha incontrato. A me poco importa ciò che hai fatto ma ciò che sei stato. Una ammalata dice: « Era colui che mi confortava, in lui vedevo il Signore che mi voleva bene e che mi era vicino quando gli altri erano stanchi di me... ». Un uomo dice: « Sapeva stare con la gente, dopo la messa si fermava con noi a parlare del lavoro, del tempo, della caccia... io gli volevo bene per queste cose che possono sembrare insignificanti ». Un bambino dice: « Era buono e io non scappavo quando lo vedevo, mi salutava sempre quando lo incontravo... ». Sono i ricordi di gente che ha visto in don Giuseppe un cristiano, perché tu hai lasciato che Cristo agisse per mezzo tuo e andasse alla gente, l'hai amata la tua gente: non sei stato uno che comandava ma uno che era al servizio: un vero cristiano-prete. Avevi sempre sulla bocca un sorriso e dicevi a chiunque parole allegre, spesso davi agli altri allegria mentre soffrivi nel tuo cuore; non volevi far pesare la tua sofferenza sugli altri, intanto però il tuo cuore era in pena, rare volte confidavi agli altri il tuo dolore, ma con discrezione. Solo a Dio confidavi la tua sofferenza ed egli ha ascoltato la tua preghiera in un modo che a noi pare strano: ti ha concesso non una vita priva di sacrificio sulla terra, ma la Vita eterna vicino a Lui e in Lui. Forse non c'è stato nulla di straordinario nella tua vita, ma la tua bontà la tua disponibilità a Dio e ai fratelli sono ciò che rendono grande la tua vita. Dio si è servito di te per far capire anche a noi di essere così: a non fare del chiasso, ma a vivere nel silenzio, rispettosi degli altri: ed è di questo esempio che oggi abbiamo bisogno, non del chiasso... Ho pianto sulla tua tomba, forse solo perché ho incontrato in te un uomo buono, pieno di umanità , un uomo che voleva essere amico, un vero amico, col quale cammini insieme, quasi senza accorgerti di averlo vicino, ma che a un certo punto ti fa esclamare: « Sulla strada ho incontrato il Signore ».
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