Ultime foto inserite:
| Chignolo bivacco Plana fabrycjx ESCURSIONI 16/7/2022 7:42 2711 0 0.00 (0 voti)
Bivacco Plana
Da chignolo salire per il colle di Chignolo percorrere la strada trattorabile in piano quindi si inizia la salita verso il bivacco Plana Percorso senza pericoli distanza totale 3,3 km dislivello 390 metri quotqa di partenza 890 metri quota di arrivo 1255 metri tempo di percorrenza ore 1 periodo consigliato maggio ottobre
Citazione:
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| Interno della Parrocchiale fabrycjx Le Chiese di Gorno 11/7/2022 15:20 2726 1 0.00 (0 voti)
L’INTERNO DELLA CHIESA PARROCCHIALE
La comunità parrocchiale di Gorno è tra le più antiche della valle, di essa si hanno notizie fin dal lontano 1344. Nel 1478, data incisa su una pietra ancora visibile al principio del secolo, veniva costruita in località Villasio una nuova chiesa parrocchiale, ma il terreno particolarmente insidioso ne compromise nel tempo la stabilità, al punto che nel 1767 dovette essere demolita. Il 24 ottobre di quello stesso anno e nello stesso luogo veniva posta la prima pietra di un'altra chiesa, progettata da Felice e Tommaso Tognoli di Clusone, che venne aperta al culto nel 1776 e consacrata dal vescovo Gian Paolo Dolfin il 6 giugno 1779. Aveva stucchi di Pier Antonio Berrà di Lugano e dorature del clusonese Ignazic Trussardi (1790). Minacciando a sua volta rovina essa venne chiusa per decreto prefettizio nel 1925 e quindi abbattute nel 1930. Il 24 luglio 1931 sì iniziava l'erezione della chiesa attuale adottando opportuni accorgimenti tecnici. La sua consacrazione seguì il 23 ottobre 1932 per mano del vescovo coadiutore Adriano Bernareggi, che le conservò l'antico titolo di S. Mar-tino e sigillò nell'altar maggiore le reliquie dei santi Alessandro e Pio. È opera egregia dell'ing. Federico Rota, a tre navate con sei colonne trabeate. Singolare la moderna interpretazione degli ordini classici e la versione dei lacunari trasparenti sul presbiterio. Molte le opere provenienti dalle precedenti chiese demolite: in facciata le statue dei santi Martino, Valerio e Renato scolpite da F. Donato Fantoni nel 1772, e il portale in pietra; all’interno l'altar maggiore dei Manni con sculture fantoniane (la medaglia in bronzo sostituì nel 1954 l'originaria in legno, minata dal tarlo), l'altare del Rosario dei fratelli Grazioso e Donato Fantoni, con splendida medaglia in marmo nel paliotto (1776), l'altare dei Morti ancora dei Manni, la tela della Visitazione di Maria di Enrico Albrici (1754), la tela dei Santi di Francesco Capella (m. 1784) e altre tele di ignoti. La decorazione generale, iniziata nel 1932 da Sandro Pinetti e dai fratelli Zappettini, fu ripresa negli anni 1938-1939 da Emilio Nembrini che «per uniformità di mano» soppresse ogni altro precedente intervento, affrescando praticamente tut¬ta la chiesa: la grande Crocifissione del catino absidale, i Santi Patroni nel coro, i Profeti sulle trabeazioni, gli episodi dell'infanzia di Gesù nelle centine trasversali e la Via Crucis. Il pulpito dell'ing. Rota (1936) con buoni sbalzi di Tilio Nani fu negli ultimi anni trasformato negli amboni. Tra le suppellettili da segnalare: una croce astile in rame assai antica (forse '300), restaurata; altre due croci astili del '500 e del '600, un poco manomesse; un ostensorio d'argento donato nel 1789 dalla famgilia Pampuri Mori, tipo Filiberti; un parato completo in damasco oro del '700; altro parato damascato giallo oro, opera probabile di tal Giovanni Ma¬donna (1782); un cassettone complesso in noce e un armadio a più ordini con lesene ornate di cariatidi e intagli vari del '600. L'organo di Carlo Perolini (1771), rifatto dai Serassi nel 1867, fu ricomposto nel 1932 dalla ditta Pedrini di Cremona. Il campanile, iniziato nel 1611 e terminato nel 1701, venne demolito e rifatto da Elia Fornoni nel 1890. Il concerto di cinque campane in «re mg.» sono dell'antica ditta Francesco Comerio (1797).
Dal punto di vista architettonico la chiesa parrocchiale attuale si presenta a tre navate separate tra loro da sei colonne trabeate; quella centrale si sopraeleva rispetto alle laterali e la luce vi proviene dai vetri delle finestre, decorate negli anni 1985-86. I cinque altari, quattro laterali ed il maggiore, sono stati recuperati dalla vecchia chiesa. La decorazione generale iniziata nel 1932 fu ripresa negli anni 1938-39 da Emilio Nembrini che, sopprimendo ogni precedente intervento, affrescò praticamente tutta la chiesa: la crocifissione e i santi patroni nel coro, la via Crucis lungo le campate e gli episodi dell’infanzia di Gesù nelle centine trasversali.
La raggiera del sacro triduo, completamente messa a nuovo da alcuni volontari nel 1999, ha una lunga storia: la prima risale al 1790 e venne sostituita dall’attuale nel 1817; nel 1939 venne totalmente rinnovata ed “elettrificata”. Il padiglione, in cotone damascato di rosso, venne acquistato all’inizio degli anni ’30 del secolo scorso.
Fanno bella mostra all’interno della chiesa le statue che rappresentano la Madonna del Rosario, il Sacro Cuore, S. Antonio di Padova con Gesù bambino, S. Luigi Gonzaga, Santa Barbara, S. Giuseppe, S. Martino e la Madonna con il bambino. Tranne queste ultime due, d’epoca recente, e quella di S. Barbara, risalente agli anni 30’ del secolo scorso, le altre provengono dalla chiesa settecentesca. (testo di Amerigo Baccanelli)
Parrocchia di San Martino vescovo sec. XIV
Parrocchia della diocesi di Bergamo. Esiste menzione della presenza di una chiesa in località Gorno fin dal XIII secolo. In una lista delle chiese di Bergamo sottoposte a un censo imposto dalla Santa Sede circa il 1260, infatti, risulta censita la "ecclesia" di San Martino in Gorno, dipendente dalla pieve di Clusone (Chiese di Bergamo sottoposte a censo).
campane d'allegrezza della parrocchiale di Gorno suona Giampiero Bonetti
Gli altari della chiesa parrocchiale
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pianta della chiesa Citazione: |
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| Gornogonphodon fabrycjx MINIERE DI GORNO 8/7/2022 16:59 1757 0 0.00 (0 voti)
Gornogonphodon (cinodonte)
Scoperto tra i giacimenti fossiliferi del Triassico delle Prealpi Lombarde (Formazione di Gorno)
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| Rapporto geologico giacimentologico sulle miniere del gruppo Gorno fabrycjx PUBBLICAZIONI 8/7/2022 14:03 1909 0 0.00 (0 voti)
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| Una Casa tipica del Villaggio minerario di Campello fabrycjx MINIERE DI GORNO 17/5/2022 17:18 4837 1 10.00 (1 voto)
Miniere di Gorno
1) Il gruppo delle miniere di Gorno comprende due concessioni minerarie denominate «Val Seriana e Val Brembana» la cui area complessiva è di circa 8.000 ha. Nella Val Seriana ì lavori si svolgono in tre zone denominate Sezione M. Trevasco, Sezione Est, Sezione Ovest. Nella Val Brembana sono attive due zone denominate Sezione Val Parina e Sezione Val Vedra. La società A.M.M.I. ha l'esercizio di queste concessioni dal 1940, anno in cui cessò la gestione della compagnia belga « Vieille Montagne ». La Direzione delle miniere è unica ed ha sede a Campello, frazione del comune di Gorno. Il giacimento è costituito prevalentemente di minerali di piombo e di zinco nelle forme solfuri ed ossidati. Come accessori abbiamo minerali di ferro, di rame, di fluoro, ecc. Esso si trova sul versante meridionale. di una catena di montagne, estendentesi da Ovest ad Est, delle Alpi Bergamasche, ed è diviso morfologicamente in una parte occidentale, con centro Oltre il Colle, nella Val Brembana, ed in una parte orientale, con centro Gorno, nella Val Seriana, da una seconda catena di montagne che si estende in direzione SW-NE e che interseca la prima a NE. La cima più alta della prima catena ha un'altezza di 2.512m (Pizzo Arera); la cima più alta della seconda è di 2.049 m (Cima del Grem). I due centri, di Oltre il Colle e di Gorno distano entrambi da Bergamo circa 35 km. La tettonica della zona è molto intensa: esistono numerose pieghe e faglie. Tra queste ultime particolare importanza ha la faglia del Grem che ha direzione SE-NW e che ha determinato uno spostamento orizzontale notevole tra la parte occidentale e quella orientale del giacimento. La mineralizzazione è distribuita in un orizzonte stratigrafico, denominato Metallifero, la cui potenza raggiunge un massimo di 70-75 m nella parte centrale della zona (Gorno) e si riduce verso Est c verso Ovest a circa 20-30 m. I geologi che hanno studiato questa zona, come Ardito Desio, l'olandese De Sitter e di recente i tedeschi Wilke ed Herendreich, a parte certe contrastanti vedute di dettaglio, pongono il Metallifero nel Trias delle Alpi Bergamasche tra l'Esino ed il Raibliano. I geologi tedeschi hanno distinto nella serie stratigrafica una facies di Esino, una facies di transizione ed una facies di Raibliano. La prima è caratterizzata da calcari grigio chiari, la seconda da calcari grigio scuri e neri bituminosi, e la terza da calcari scuri bituminosi intercalati a scisti scuri marnasi. I calcari di tutta la serie sono spesso dolomitici. Secondo gli stessi geologi il metallifero comprende parte dell'Esino superiore, tutta la facies di transizione e parte del Raibliano inferiore. Essi inoltre hanno determinato nella stessa serie stratigrafica la posizione e la composizione di alcuni strati argillosi illitici, che avrebbero avuto origine dall'alterazione dei materiali esplosivi ed esalativi di vulcani sottomarini, sedimentati contemporaneamente ai calcari. Questi strati, che sono stati definiti tufiti, hanno spessori compresi tra 2-3 cm e 10-20 cm, ed hanno colori caratteristici, dal grigio verde al verde scuro, per cui sono facilmente riconoscibili anche in sotterraneo. Di queste tufiti finora ne sono state individuate sei, tre delle quali (due in facies Esino e una in facies Raibliano) sono legate alle mineralizzazioni e pertanto costituiscono degli orizzonti guida per la ricerca di nuovi corpi mineralizzati o della continuazione di corpi mineralizzati già noti. Il giacimento, sempre secondo le ipotesi avanzate dei geologi tedeschi, avrebbe avuto origine da una segmentazione contemporanea nel mare ladinico dei calcari e degli scisti, per cause esogenetiche, e dei minerali e delle tufiti, per cause endogene. I successivi fenomeni di diagenesi, di tettonica a pieghe e con faglie di ossidazione dei solfuri e migrazione degli ossidi nelle faglie e nelle spaccature della roccia incassante, di erosione e formazione morfologica della superficie con formazione di crepacci e continuazione della tettonica della ossidazione e della migrazione degli ossidi, avrebbero dato luogo alla formazione dei corpi mineralizzati. Qualunque sia la validità di queste ipotesi, sta di fatto che nel giacimento di Gorno si trovano corpi mineralizzati, a solfuri primari e ad ossidati, paralleli agli strati, e corpi mineralizzati, in prevalenza ad. ossidati, costituiti da riempimenti di faglie e di crepacci. I primi, che sono in maggior numero, hanno forma differente, per lo più longitudinale o tubolare o lentiforme, e possono avere dimensioni estese. Gli altri, pur costituendo localmente degli adunamenti talvolta consistenti e coltivabili economicamente, hanno dimensioni sempre limitate in profondità. Le irregolarità che i corpi mineralizzati presentano sia nella loro forma sia nella distribuzione della mineralizzazione, rendono difficile l'applicazione di sistemi di coltivazione ad alta produttività. Fino a qualche anno fa la coltivazione dei corpi mineralizzati veniva attuata seguendo la mineralizzazione dal basso verso l'alto e mantenendo la ripiena al piede. Sull'abbattuto si eseguiva una cernita spinta in cantiere per ottenere dei grezzi a titolo superiore all'8,oo% in Zn. Ovviamente le rese erano basse (in abbattaggio si ottenevano 1,5-2 t/operaio). Inoltre la coltivazione non era preceduta da adeguati lavori di delimitazione del corpo mineralizzato e di preparazioni. Da tre anni a questa parte si è data una nuova impostazione ai lavori di coltivazione. Anzitutto si procede alla delimitazione del corpo mineralizzato con rimonte, trasverse e sondaggi; quindi si eseguono i lavori di preparazione ed infine si applica il sistema di coltivazione più adatto. Inoltre la cernita di cantiere si realizza per quanto è possibile con un abbattaggio selettivo e viene completata a mano ma con criteri meno restrittivi. I sistemi di coltivazione attualmente applicati sono tre: a sottolivelli nei corpi mineralizzati verticali ed in quelli inclinati con potenza superiore a 4-5 m; a trance larghe inclinate, separate tra di loro da pilastri, che vengono abbattuti in ritirata, nei corpi mineralizzati inclinati con potenza fino a 4-5 m; a magazzino nei corpi mineralizzati verticali (questo sistema di coltivazione però verrà abbandonato). Nelle coltivazioni a sottolivelli sono impiegate le pale meccaniche «Montevecchio» tipo T 2G e si realizzano rese all'abbattaggio utili comprese tra 10 e 15 t/op. a seconda della parte sterile da eliminare; nelle coltivazioni a trance inclinate si impiegano scrapers ad aria compressa con motori da 5-7 CV e si ottengono rese all'abbattaggio di 5-6 t/op. Nelle coltivazioni a magazzino le rese variano tra 6 e 7 t/op. Esistono ancora dei cantieri in cui, pur avendo impostato i lavori secondo i nuovi criteri, non si è raggiunto il grado di organizzazione e di meccanizzazione di quelli sopraindicati, per cui le rese all'abbattaggio sono comprese tra 3,5 e 4 t/op. È prevista però la sistemazione di questi cantieri entro breve tempo. La perforazione è per circa 1'80% ad acqua. Si impiegano martelli L 37 e T 21 della Joy Sullivan, mentre sono in fase di esaurimento vecchi martelli Flottmann AT 18 e Z 20. Per i sondaggi si impiegano sonde Craelium del tipo X 2Se Prosper. L'applicazione di sistemi di coltivazione massivi ed il rallentamento della cernita in cantiere hanno ovviamente determinato un abbassamento del tenore del grezzo. Attualmente si producono grezzi al 6 % Zn e 1,30 % Pb. Per il controllo dei tenori dei grezzi provenienti dalle diverse Sezioni viene effettuata una campionatura giornaliera degli stessi in un apposito impianto installato a Costa Jels nella zona di Gorno,. I campioni prelevati vengono analizzati cinquinalmente. A causa della estensione delle due concessioni e delle caratteristiche morfologiche della zona, particolari difficoltà, e quindi costi elevati, si incontrano nel trasporto dei grezzi all'impianto di trattamento che è unico per le due concessioni ed è situato nella località Riso della Val Seriana Detto trasporto viene effettuato con muli, con locomotori e con teleferiche. Di queste ultime ce ne sono in funzione circa una ventina, di cui la più importante è quella che collega la Val Brembana con la VaI Seriana, per una lunghezza di 4 km, e che trasporta circa 300 t al giorno. Il personale addetto ai trasporti, oltre a quello impiegato dalle imprese che hanno in appalto i trasporti con mulo, rappresenta il 13 % circa del personale in forza presso queste miniere. Il costo dei trasporti rappresenta il 22 %del costo grezzo prodotto e portato in testa all'un pianto di trattamento. Al fine di ridurre i costi di detti trasporti e di aumentare l'attuale capacità di trasporto, per poter far fronte al sensibile aumento della produzione di grezzo, previsto entro il 1963, è stato progettato ed è in corso di attuazione, un collegamento in sotterraneo tra la VaI Seriana e la VaI Brembana mediante una galleria, a quota 549, lunga 6,5 km circa ed una discenderia lunga 800 m circa, tra quota 1050 e quota 549. Al completamento dell'opera rimangono da scavare 4000m di galleria e 600 m di discenderia. Questo collegamento oltre a costituire una grande via di estrazione dei grezzi e di trasporto dei materiali vari e del personale, aprirà un vasto campo di esplorazione per la ricerca delle mineralizzazioni della parte occidentale del giacimento note fino a quota 1050 o poco al di sotto. Nello scavo della galleria, che ha una sezione di 5,50 m2; sono in corso delle prove con un Wagon-Drill allo scopo di realizzare sfondi superiori ai 2 m contro 1,30-1,50 ottenuti con le normali volate canadesi. Il grezzo viene trattato nell'impianto di arricchimento di Riso per flottazione. Caratteristica di questo trattamento è la frantumazione ad umido, a causa della plasticità del materiale, e la flottazione a caldo, temperatura 40-45°C, della calamina con un processo misto solfato di rame-anilina. La capacità del trattamento dell'impianto è di circa 580 t/giorno, ma sono in corso lavori di ampliamento che la eleveranno alla fine dell'anno in corso a 650-700 t/giorno e successivamente a 800-900 t/giorno. Sono pure in corso degli studi per un prearricchimento del nostro grezzo a mezzo di Sink-Float. I primi risultati di questi studi, che sono stati affidati alla Humboldt, hanno dimostrato che per tutti i grezzi, meno quello proveniente dalla Sezione di M. Trevasco, si ottiene una efficace separazione della parte sterile da quella mineralizzata che consentirebbe di alimentare la Sezione di flottazione con circa il 50% del grezzo prodotto. Attualmente dal trattamento del grezzo si ottengono tre prodotti: . uno di galena, al 56-57% Pb; uno di blenda, al 58-59% Zn, ed uno di calamina, al 36-37% Zn. Per la trasformazione, la galena viene inviata allo stabilimento della Pertusola, di La Spezia , la blenda e la calamina vengono inviate allo stabilimento elettrolitico di Ponte Nossa dell' A.M.M.I.
(pubblicazione di Pietro Mantega Agosto 1962) Citazione: |
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| THE ENGLISH CROWN SPELTER fabrycjx MINIERE DI GORNO 19/4/2022 17:12 3751 0 0.00 (0 voti)
THE ENGLISH CROWN SPELTER Società inglese costituita il 9 marzo 1893 con sede in Ponte Nossa (capitale nominale 2.100.000£)
The English Crown Spelter C. Ld. Le miniere di zinco Appunti di un vecchio minatore. (anno 1905)
Poco prima di giungere a Ponte di Nossa, L’ illustre borgata della nostra Valle Seriana, al ponte sul torrente Riso, si apre, con un panorama magnifico, chiuso, in fondo, dalle vette nevose e dentellate dell’' Alben, drizzantesi al cielo come guglie e torri e minareti, la valle di Gorno ed Oneta che per il passo di Zambia, per una comoda mulattiera, mette in valle Brembana. Questa convalle, più che per le sue bellezze naturali. ha notorietà dalle importanti miniere metallifere della «The English Crown Spelter C. Ld. » una Società inglese che da anni sfrutta vantaggiosamente le sue quattro Concessioni sviluppatesi nei territori dei Comuni di Gorno, Oneta e Premolo. Da queste miniere si estraggono i minerali di zinco che si comprendono sotto i nomi di Calamine (carbonati e silicati di zinco e Blenda (solfuri di zinco). In questi giacimenti, quali minerali accessori, esistono anche la Galena (solfuro di piombo) e la Cerussite, (carbonato di piombo) ma la produzione dei minerali di piombo è molto limitata mentre quella dei minerali di zinco è rilevante, in qualche anno, anzi, rilevantissima. I giacimenti che si connettono alla formazione triassica (era secondaria) sono tipici. I minerali di zinco costituiscono in alcuni piani del periodo triassico dei depositi, degli ammassi, delle tasche generalmente allineate secondo una determinata direzione che varia da regione a regione. Questi ammassi sono molto spesso collegati fra di loro da vene più o meno importanti, e allora costituiscono i canali che rappresentano i giacimenti più importanti. La norma per le ricerche, oltre quella dell'esistenza della roccia che può contenere il minerale, è sopra tutto data dalla direzione quasi costante di questi canali, esistenti talvolta, per qualche tratto, anche in serie parallela nel medesimo piano. Furono' rinvenuti persino quattro canali paralleli compresi nei medesimi strati. I lavori si sviluppano da un’altezza di 600 a 1800 metri sul livello del mare. E le alte montagne coverte di verdi e odorose pinete sono forate in tutti i sensi e le profonde gallerie ove lentamente in luce si perde in penombre e scompare nell' impenetrabile buio, si allungano, si ritorcono, si sprofondano per diecine di chilometri. Le ricerche e le coltivazioni incominciarono sugli affioramenti i quali si mostravano abbondantissime nelle regioni alte. Mano, mano che si discendo verso la valle la potenza del terreno sopra i giacimenti aumenta e non si riscontra più nessuna traccia di affioramento. La formazione raibliana ha coperto tutto dai 1200 metri, a guisa di un immenso mantello terroso. Non si vedono più affioramenti: sono necessaire delle gallerie, talvolta lunghissime, per incontrare le prime tracce della mineralizzazione. E non sempre le gallerie s' incontrano! II canale o cambiò direzione o si chiuse più in alto ed il lavoro di ricerca, che è sempre costosissimo, fu fatto inutilmente! Due anni or sono fu incominciata la perforazione di un pozzo (Pozzo Zay n.d.r.)nel punto più basso della zona mineralizzata. Anche questo è un lavoro di ricerca, un lavoro dei più brutti e penosi e anche dei più costosi perché contrariato do fortissime infiltrazioni di acqua. Durante l'opera di perforazione funzionano costantemente le pompe elettriche. Se il pozzo incontrerà il minerale, le miniere avranno assicurato uno splendido avvenire. Dai luoghi di coltivazione, i quali sono talvolta dei vuoti grandissimi, somiglianti a navate di una immensa cattedrale sotterranea, resi sicuri a mezzo di colossali armature, il materiale utile dopo di aver viaggiato lungamente sulle spalle dei ragazzi, esce dalla galleria sui vagoncini e subisce una prima cernita. Le donne (tutte sane e fiorenti) (Taissine n.d.r.) incaricate di questo lavoro, separano il materiale ricco dallo sterile e dal materiale povero. Lo sterile viene gettato via ed il povero è destinato ad essere arricchito meccanicamente. Un importantissimo stabilimento posto in fondo alla valle, chiamato la Laveria compie questo lavoro. In una Laveria vi sono ingegnosissimi meccanismi tutti destinati a trarre profitto anche dai materiali più poveri. Dalla parte alta dello stabilimento entra un minerale che contiene il 15 o il 18 per cento di zinco, dalla parte bassa esce un minerale che contiene il 30 o il 35, quindi minerale ricco e spedibile in qualunque parte del mondo. Prima però di essere spedito il minerale viene calcinato, ossia viene cotto. Questa operazione che si compie in forni ha lo scopo di diminuire il peso ed aumentare il tenore. Ecco l'esempio: mille tonnellate di minerale al 40 per cento in zinco diventano 750 al 53 per cento. Si spedisce, insomma, lo stesso quantitativo di metallo risparmiando il trasporto di 250 tonnellate. E se si pensa che il materiale viene spedito fino in Inghilterra si comprende quale sia il vantaggio di questa operazione fatta sul posto. All'infuori di questa cottura, nessun'altro trattamento subisce il minerale. Molti, anzi moltissimi, domandano perchè non ai estrae il minerale sul posto e si spedisce cosi lontano. La ragione è facilmente detta: perché per la quantità 1 di metallo bisogna impiegare la quantità 2 di carbone. Come viaggia il materiale dai siti di produzione alla Laveria, ai forni ed ai luoghi ove esso può essere caricato sui carri e sulla ferrovia? Lo sviluppo dei trasporti aerei forma una caratteristica di queste miniere. Tutti i materiali viaggiano... per aria! Da ogni piazzale, che si stende dinnanzi allo sbocca delle gallerie, parte una linea la quale si collega in stazioni centrali con altre che fanno capo alla Laveria e ai forni di calcinazione. Esistono circa 16 chilometri di linee aeree, alcune costituenti delle tratte senza appoggi intermedi dì 1200-1300 metri di lunghezza. Tolta la linea che trasporta il minerale calcinato dai forni al luogo di caricamento sui carri al limitare della salita di Gorno, la quale è lunga due chilometri e mezzo ed è messa in moto da forza motrice tutte le altre linee sono automotrici. Queste linee attraversano con impianti arditissimi le valli sopra burroni profondi, oscuri abissi ove il torrente canta la selvaggia canzone della montagna, e trasportano giornalmente centinaia di tonnellate. La Società occupa un numero considerevole di operai, forti uomini della montagna, soldati del piccone e della mazza, figure alte di giganti barbuti, cresciuti fra l'aspra fatica e la selvaggia natura che li ha cresciuti e fatti forti e onesti. Ne furono impiegati fino ad 850 comprese 150 donne tutte esclusivamente adibite alla cernita sui piazzali della miniera e della Laveria. Lassù, in cima alla montagna il lavoro è la religione dell’uomo. Dalle prime ore dei mattino alle tarde della sera è un muoversi frettoloso, un rombare di mine tutto un nobile affaticarsi per la conquista del pane, del benessere, forse della ricchezza.
diario guida bergamasca
altre info su THE ENGLISH CROWN SPELTER
Orari di lavoro Citazione: |
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| Francesco Zanotti fabrycjx Sport 22/3/2022 10:35 2696 0 0.00 (0 voti)
Gorno : Francesco Zanotti Cintura Nera 1°Dan
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| Laveria di Gorno fabrycjx MINIERE DI GORNO 5/3/2022 18:04 5843 0 0.00 (0 voti)
Miniere di Gorno
Laveria di Riso (Gorno)
L'impianto di flottazione di Riso è una delle poche testimonianze rimaste dell'antica attività mineraria di piombo e zinco nelle Alpi bergamasche, iniziata già durante l'età romana. La sua costruzione (1911-14) fu promossa dall'Inglese Crown Spelter che, insieme alla Vieille Montagne belga, possedeva la maggior parte delle miniere nell'alta valle della Seriana in quel periodo. Lo scopo di questo impianto di flottazione era di trattare zinco e piombo povero / solfuri di piombo come galena e sfalerite attraverso un processo di arricchimento, portando così ad un aumento della concentrazione dal 18-20% al 30-31%. Alla sua inaugurazione, l'impianto aveva una capacità di 120 t/giorno. Nel 1922 le attività dello Spelter inglese furono rilevate dalle Vieille Montagne. Quest'ultima ha promosso una ristrutturazione generale dell'impianto di flottazione nel 1925-27, che ha portato a una ricostruzione completa e ad un aumento della capacità giornaliera fino a 180 tonnellate. Per garantire un migliore collegamento con i siti minerari superiori è stata installata una teleferica, mentre un paio di piani inclinati dotati di funicolari servivano la ferrovia a scartamento ridotto proveniente dalle miniere più basse. Dopo un decennio di costante intensificazione della produzione mineraria a Gorno (+35 , 61% nel 1935), nel 1940-41 la Vieille Montagne fu costretta a lasciare la guida a causa dell'invasione tedesca del Belgio. Il Ministero delle Corporazioni italiano assegnò quindi le concessioni minerarie e le relative strutture (incluso l'impianto di flottazione di Riso) alla AMMI-Azienda Minerali Metallici Italiani, un'impresa pubblico privata fondata nel 1936 e focalizzata sull'estrazione e la metallurgia non ferrose. Nel 1946 AMMI trasferì tutte le sue attività nel distretto minerario di Bergamo alla sua controllata SAPEZ-Società per Azioni Piombo e Zinco. Nell'ambito di SAPEZ è avvenuta una ristrutturazione generale, che ha previsto tra l'altro la concentrazione dell'intera lavorazione del minerale nell'impianto di flottazione di Riso. Dopo un significativo miglioramento - che ha esteso la gamma di minerali lavorati verso solfuri di piombo e carbonati e solfuri di zinco, carbonati e silicati l'impianto di flottazione ha raggiunto una capacità massima di 700 t/giorno. Le attività di estrazione e lavorazione si sono sviluppate abbastanza regolarmente fino agli anni '70, quando AMMI è stata rilevata inizialmente dall'EGAM e, nel 1977, dal gruppo ENI. Benché inizialmente ENI avesse promosso nuove ricerche sotterranee e prospettato possibili sviluppi futuri per il complesso minerario di Gorno, l'assegnazione di questo alla sua controllata SAMIM-Società Azionaria Minerario-Metallurgica (1981) rivelò presto l'intenzione di disimpegnarsi dall'attività di estrazione di piombo e zinco, non più considerato come un business strategico. Di conseguenza, l'impianto di flottazione e tutto il resto furono progressivamente interrotti nel corso del 1982
(fonte: http://www.st-al.com/archive/ammi_gorno/scheda.html)
descrizione funzionamento (Archivio minerario di Gorno)
Video
manuale per operai flottatori
Citazione: |
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| LA PIU GRANDE TRAGEDIA MINERARIA ITALIANA fabrycjx MINIERE DI GORNO 28/2/2022 8:41 4531 0 0.00 (0 voti)
ARSIA – 28 febbraio 1940 Contrariamente ad una diffusa convinzione, non è la tragedia di Marcinelle (1956) la peggiore catastrofe mineraria italiana, ancorché occorsa in Belgio
Purtroppo, la tragedia più grande fu quella dell’Arsa il 28 febbraio 1940, all’interno di quello che allora fu territorio nazionale italiano, con 185 morti, cinquanta in più delle vittime italiane a Marcinelle.
...caduti nel buio...avanzano nella luce...
In questo disastro anche Gorno pagò il suo tributo, in quanto di tradizione mineraria aveva in queste miniere più di un minatore. Cabrini Giovan Antonio nato il 29/4/1909 Guerinoni Angelo nato il 3/6/1906 Guerinoni Angelo Tobia nato il 5/3/19013 Zanotti Giovan Angelo nato il 31/5/1912 Cabrini Giovan Antonio risulta nell'elnco ufficiale delle vittime.
http://www.geoitaliani.it/2013/05/194 ... -grande-tragedia.html?m=1
RAŠA - ARSIA 1937. Grad za 547 dana
miniera Documentazione
Arsa:una città da reinventare |
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| Centanario della Vieille Montagne fabrycjx MINIERE DI GORNO 19/2/2022 9:50 1355 0 0.00 (0 voti)
Miniere di Gorno
Centanario della Vieille Montagne 1837-1937
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