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Guerinoni Camillo classe 1917 Già sindaco di Gorno Dal 1946 al 1967
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| geologia fabrycjx MINIERE DI GORNO 15/1/2023 19:35 4902 0 0.00 (0 voti)
LE MINIERE DI GORNO (pubblicazione di Pietro Mantega Agosto 1962)
nella foto: Rappresentazione assonometrica delle miniere di Gorno: Val Vedra, Val Parina, Valle del Riso,Val Nossana.
Il gruppo delle miniere di Gorno comprende due concessioni minerarie denominate «Val Seriana e Val Brembana» la cui area complessiva è di circa 8.000 ha. Nella Val Seriana ì lavori si svolgono in tre zone denominate Sezione M. Trevasco, Sezione Est, Sezione Ovest. Nella Val Brembana sono attive due zone denominate Sezione Val Parina e Sezione Val Vedra. La società AMMI ha l'esercizio di queste concessioni dal 1940, anno in cui cessò la gestione della compagnia belga « Vieille Montagne ». La Direzione delle miniere è unica ed ha sede a Campello, frazione del comune di Gorno. Il giacimento è costituito prevalentemente di minerali di piombo e di zinco nelle forme solfuri ed ossidati. Come accessori abbiamo minerali di ferro, di rame, di fluoro, ecc. Esso si trova sul versante meridionale. di una catena di montagne, estendentesi da Ovest ad Est, delle Alpi Bergamasche, ed è diviso morfologicamente in una parte occidentale, con centro Oltre il Colle, nella Val Brembana, ed in una parte orientale, con centro Gorno, nella Val Seriana, da una seconda catena di montagne che si estende in direzione SW-NE e che interseca la prima a NE. La cima più alta della prima catena ha un'altezza di 2.512m (Pizzo Arera); la cima più alta della seconda è di 2.049 m (Cima del Grem). I due centri, di Oltre il Colle e di Gorno distano entrambi da Bergamo circa 35 km. La tettonica della zona è molto intensa: esistono numerose pieghe e faglie. Tra queste ultime particolare importanza ha la faglia del Grem che ha direzione SE-NW e che ha determinato uno spostamento orizzontale notevole tra la parte occidentale e quella orientale del giacimento. La mineralizzazione è distribuita in un orizzonte stratigrafico, denominato Metallifero, la cui potenza raggiunge un massimo di 70-75 m nella parte centrale della zona (Gorno) e si riduce verso Est c verso Ovest a circa 20-30 m. I geologi che hanno studiato questa zona, come il Desio, l'olandese De Sitter e di recente i tedeschi Wilke ed Herendreich, a parte certe contrastanti vedute di dettaglio, pongono il Metallifero nel Trias delle Alpi Bergamasche tra l'Esino ed il Raibliano. I geologi tedeschi hanno distinto nella serie stratigrafica una facies di Esino, una facies di transizione ed una facies di Raibliano. La prima è caratterizzata da calcari grigio chiari, la seconda da calcari grigio scuri e neri bituminosi, e la terza da calcari scuri bituminosi intercalati a scisti scuri marnasi. I calcari di tutta la serie sono spesso dolomitici. Secondo gli stessi geologi il metallifero comprende parte dell'Esino superiore, tutta la facies di transizione e parte del Raibliano inferiore. Essi inoltre hanno determinato nella stessa serie stratigrafica la posizione e la composizione di alcuni strati argillosi illitici, che avrebbero avuto origine dall'alterazione dei materiali esplosivi ed esalativi di vulcani sottomarini, sedimentati contemporaneamente ai calcari. Questi strati, che sono stati definiti tufiti, hanno spessori compresi tra 2-3 cm e 10-20 cm, ed hanno colori caratteristici, dal grigio verde al verde scuro, per cui sono facilmente riconoscibili anche in sotterraneo. Di queste tufiti finora ne sono state individuate sei, tre delle quali (due in facies Esino e una in facies Raibliano) sono legate alle mineralizzazioni e pertanto costituiscono degli orizzonti guida per la ricerca di nuovi corpi mineralizzati o della continuazione di corpi mineralizzati già noti. Il giacimento, sempre secondo le ipotesi avanzate dei geologi tedeschi, avrebbe avuto origine da una segmentazione contemporanea nel mare ladinico dei calcari e degli scisti, per cause esogenetiche, e dei minerali e delle tufiti, per cause endogene. I successivi fenomeni di diagenesi, di tettonica a pieghe e con faglie di ossidazione dei solfuri e migrazione degli ossidi nelle faglie e nelle spaccature della roccia incassante, di erosione e formazione morfologica della superficie con formazione di crepacci e continuazione della tettonica della ossidazione e della migrazione degli ossidi, avrebbero dato luogo alla formazione dei corpi mineralizzati. Qualunque sia la validità di queste ipotesi, sta di fatto che nel giacimento di Gorno si trovano corpi mineralizzati, a solfuri primari e ad ossidati, paralleli agli strati, e corpi mineralizzati, in prevalenza ad ossidati, costituiti da riempimenti di faglie e di crepacci. I primi, che sono in maggior numero, hanno forma differente, per lo più longitudinale o tubolare o lentiforme, e possono avere dimensioni estese. Gli altri, pur costituendo localmente degli adunamenti talvolta consistenti e coltivabili economicamente, hanno dimensioni sempre limitate in profondità. Le irregolarità che i corpi mineralizzati presentano sia nella loro forma sia nella distribuzione della mineralizzazione, rendono difficile l'applicazione di sistemi di coltivazione ad alta produttività. Fino a qualche anno fa la coltivazione dei corpi mineralizzati veniva attuata seguendo la mineralizzazione dal basso verso l'alto e mantenendo la ripiena al piede. Sull'abbattuto si eseguiva una cernita spinta in cantiere per ottenere dei grezzi a titolo superiore all'8,oo% in Zn. Ovviamente le rese erano basse (in abbattaggio si ottenevano 1,5-2 t/operaio). Inoltre la coltivazione non era preceduta da adeguati lavori di delimitazione del corpo mineralizzato e di preparazioni. Da tre anni a questa parte si è data una nuova impostazione ai lavori di coltivazione. Anzitutto si procede alla delimitazione del corpo mineralizzato con rimonte, traverse e sondaggi; quindi si eseguono i lavori di preparazione ed infine si applica il sistema di coltivazione più adatto. Inoltre la cernita di cantiere si realizza per quanto è possibile con un abbattaggio selettivo e viene completata a mano ma con criteri meno restrittivi. I sistemi di coltivazione attualmente applicati sono tre: a sottolivelli nei corpi mineralizzati verticali ed in quelli inclinati con potenza superiore a 4-5 m; a trance larghe inclinate, separate tra di loro da pilastri, che vengono abbattuti in ritirata, nei corpi mineralizzati inclinati con potenza fino a 4-5 m; a magazzino nei corpi mineralizzati verticali, (questo sistema di coltivazione però verrà abbandonato). Nelle coltivazioni a sottolivelli sono impiegate le pale meccaniche «Montevecchio» tipo T 2G e si realizzano rese all'abbattaggio utili comprese tra 10 e 15 t/op. a seconda della parte sterile da eliminare; nelle coltivazioni a trance inclinate si impiegano scrapers ad aria compressa con motori da 5-7 CV e si ottengono rese all'abbattaggio di 5-6 t/op. Nelle coltivazioni a magazzino le rese variano tra 6 e 7 t/op. Esistono ancora dei cantieri in cui, pur avendo impostato i lavori secondo i nuovi criteri, non si è raggiunto il grado di organizzazione e di meccanizzazione di quelli sopraindicati, per cui le rese all'abbattaggio sono comprese tra 3,5 e 4 t/op. È prevista però la sistemazione di questi cantieri entro breve tempo. La perforazione è per circa 1'80% ad acqua. Si impiegano martelli L 37 e T 21 della Joy Sullivan, mentre sono in fase di esaurimento vecchi martelli Flottmann AT 18 e Z 20. Per i sondaggi si impiegano sonde Craelium del tipo X 2Se Prosper. L'applicazione di sistemi di coltivazione massivi ed il rallentamento della cernita in cantiere hanno ovviamente determinato un abbassamento del tenore del grezzo. Attualmente si producono grezzi al 6 % Zn e 1,30 % Pb. Per il controllo dei tenori dei grezzi provenienti dalle diverse sezioni viene effettuata una campionatura giornaliera degli stessi in un apposito impianto installato a Costa Jels nella zona di Gorno. I campioni prelevati vengono analizzati cinquinalmente. A causa della estensione delle due concessioni e delle caratteristiche morfologiche della zona, particolari difficoltà, e quindi costi elevati, si incontrano nel trasporto dei grezzi all'impianto di trattamento che è unico per le due concessioni ed è situato nella località Riso della VaI Seriana. Detto trasporto viene effettuato con muli, con locomotori e con teleferiche. Di queste ultime ce ne sono in funzione circa una ventina, di cui la più importante è quella che collega la VaI Brembana con la VaI Seriana, per una lunghezza di 4 km, e che trasporta circa 300 t al giorno. Il personale addetto ai trasporti, oltre a quello impiegato dalle imprese che hanno in appalto i trasporti con mulo, rappresenta il 13 % circa del personale in forza presso queste miniere. Il costo dei trasporti rappresenta il 22 %del costo grezzo prodotto e portato in testa all'un pianto di trattamento. Al fine di ridurre i costi di detti trasporti e di aumentare l'attuale capacità di trasporto, per poter far fronte al sensibile aumento della produzione di grezzo, previsto entro il 1963, è stato progettato ed è in corso di attuazione, un collegamento in sotterraneo tra la VaI Seriana e la VaI Brembana mediante una galleria, a quota 549, lunga 6,5 km circa ed una discenderia lunga 800 m circa, tra quota 1050 e quota 549. Al completamento dell'opera rimangono da scavare 4000 mt di galleria e 600 m di discenderia. Questo collegamento oltre a costituire una grande via di estrazione dei grezzi e di trasporto dei materiali vari e del personale, aprirà un vasto campo di esplorazione per la ricerca delle mineralizzazioni della parte occidentale del giacimento note fino a quota 1050 o poco al di sotto. Nello scavo della galleria, che ha una sezione di 5,50 m2; sono in corso delle prove con un Wagon-Drill allo scopo di realizzare sfondi superiori ai 2 m contro 1,30-1,50 ottenuti con le normali volate canadesi. Il grezzo viene trattato nell'impianto di arricchimento di Riso per flottazione. Caratteristica di questo trattamento è la frantumazione ad umido, a causa della plasticità del materiale, e la flottazione a caldo, temperatura 40-45°C, della calamina con un processo misto solfato di rame-anilina. La capacità del trattamento dell'impianto è di circa 580 t/giorno, ma sono in corso lavori di ampliamento che la eleveranno alla fine dell'anno in corso a 650-700 t/giorno e successivamente a 800-900 t/giorno. Sono pure in corso degli studi per un prearricchimento del nostro grezzo a mezzo di Sink-Float. I primi risultati di questi studi, che sono stati affidati alla Humboldt, hanno dimostrato che per tutti i grezzi, meno quello proveniente dalla Sezione di M. Trevasco, si ottiene una efficace separazione della parte sterile da quella mineralizzata che consentirebbe di alimentare la sezione di flottazione con circa il 50% del grezzo prodotto. Attualmente dal trattamento del grezzo si ottengono tre prodotti: . uno di galena, al 56-57% Pb; uno di blenda, al 58-59% Zn, ed uno di calamina, al 36-37% Zn. Per la trasformazione la galena viene inviata allo stabilimento di La Spezia della Pertusola, la blenda e la calamina vengono inviate allo stabilimento elettrolitico di Ponte Nossa dell' AMMI
DATI PROGRESSIVI RIFERITI AL MESE. DI GIUGNO 1961
Personale in forza: 13 imp. amm., 23 imp. tecnici, 456 operai, 492 totale Produzione grezzo t/mese 13.500 Tenori grezzo Znt. 6,43 ZnO 4,39 ZnS 2,04 Pbt 1,28 Produzione concentrati: Galena t/mese 278 al 57,53% Pb Blenda t/mese 430 al 57,76% Zn Calamina t/mese 1.340 al 38,00% Zn Rendimento abbattagio kg grezzo/giorn. operaio 4.256 Rendimento totale miniera kg grezzo/giorn. operaio 1.370 Rendimento totale miniera kg metallo concentrati/giorno operaio 93 Rendimenti trattamento: Pb = 90,40% ZnO = 82,30% ZnS = 90,08% Gorno, settembre 1961.
(Resoconti dell' Associazione Mineraria Sarda, novembre 1961)
studio mineralogico di Teresio Micheletti (1953)
Zucchetti: sulla genesi dei depositi piombo-zinciferi nel metallifero bergamasco
Citazione: |
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| CHIESA DI SAN MAURO fabrycjx Le Chiese di Gorno 11/1/2023 22:12 3123 0 0.00 (0 voti)
LA CHIESA DI SAN MAURO
Si ritiene che la chiesa di San Mauro a Peroli Alti sia stata eretta nel XVII secolo poiché tutti gli atti notarili, testamenti e lasciti anteriori al XVI secolo non ne fanno cenno alcuno. Alla metà di tale secolo la chiesa è sicuramente esistente in quanto un certo Zuan Cabrini, gornese, luganegher (salumiere), abitante a Venezia lascia con suo testamento in data 19 settembre 1651 mille e cento ducati affinché venisse celebrata la messa” tutte le feste… nella chiesa della Madonna di Loreto nel loco del Comune di Agorno territorio bergamasco, posta nella contrada di Paroli nel Comune di Agorno suddetto…” In effetti una pietra inserita nella facciata della chiesa porta l’iscrizione “IHS 1634”, anche se non si è certi che questo indichi necessariamente l’anno della costruzione.
Conferma del fatto che la chiesa fosse originariamente dedicata alla Madonna di Loreto è data dal registro dei conti della chiesa stessa conservato presso l’archivio comunale di Gorno, ove alla data del 7 maggio 1780 si legge: “ Questa è l’entrata della Beata Vergine di Loreto eretta nella contrada di Peroli Comun di Gorno…”; sul registro sono riportati i conti fino al 1808. La modifica dell’intitolazione della chiesa (da Madonna di Loreto a San Mauro) sembra avvenuta nel corso del XIX secolo, ma il motivo che la determinò non risulta da alcun documento. Sul campanile sono collocate due campane : la più antica porta inciso l’anno 1689 mentre l’altra l’anno 1722.
Nel 1990 ai pochi abitanti della contrada di Peroli Alti ed agli ex residenti venne l’idea di rinnovare la chiesetta sia all’esterno che all’interno; servendosi del valido aiuto dei volontari venne così restituita alla grazia primitiva un luogo di culto tanto caro a molti gornesi.
In Val del Riso N°7 Giugno 1989
(testo di Amerigo Baccanelli)
le chiese delle diocesi italiane Citazione: |
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| Septaria di Gorno fabrycjx MINIERE DI GORNO 11/1/2023 13:35 1681 0 0.00 (0 voti)
Septaria di Gorno
"Alcune concrezioni formano strutture note come septarie (dal latino septum, barriera, setto), nelle quali una serie complessa di fessure radiali e concentriche è riempite da materiale cristallino, spesso calcite o siderite. Queste fratture si formano, evidentemente, come effetto della contrazione che accompagna la perdite d'acqua del materiale a grana fine che va a formare le concrezioni." Pare che queste bergamasche siano le più "vecchie" rinvenibili in Italia. septarie lungo il ribasso riso parina
Geologia ribasso riso parina (A.D.S.Gorno 595)
Citazione: (Roberts J. L. - Guida alle strutture geologiche, Franco Muzio Editore - 1991; p. 66)
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| Forni di calcinazione o forni a tino fabrycjx MINIERE DI GORNO 6/1/2023 19:16 5498 1 0.00 (0 voti)
miniere di Gorno
I forni a tino per la calcinazione della calamina erano presenti a Oneta a Riso (Fondo Ripa) e a Ponte Selva. I forni a tino di Ponte Selva furono realizzati nel 1874 dalla ditta Modigliani Gibson, la quale aveva una concessione sul monte Travasco di 347 ettari. I forni per la calcinazione dei minerali calaminiferi hanno in generale dimensioni di metri 5x5 di base, avente sul piano interno una piramide dell'altezza di circa un metro. L'altezza del forno varia da metri 5 a 6. L'interno è pressoché in forma conica, capace a contenere circa 50 tonnellate di materiale di calamina. Questa vi si forma a strati, il primo dei quali riposa sopra uno di legna che vi si forma e quindi uno strato di carbone vegetale polverizzato, seguitando cosi sino alla sommità. Gli strati di calamina e carbone sono di centimetri 20 a 50. II fuoco vi si regola a seconda della ricchezza e qualità del minerale, generalmente però vi si tiene da 8 a 12 ore. La quantità di combustibile per ogni carico varia da kg 800 a 1000
Il processo di calcinazione della calamina:
Il processo della calcinazione, o arricchimento, e conseguente minor peso del prodotto minerario, avveniva per l'azione fisica del calore e cioè: il carbonato di zinco (il minerale crudo) poniamo che abbia un peso di 125, (uguale a 65 lo zinco,12 il carbonio e 48 i tre ossigeni che messi assieme formano il carbonato di zinco o calamina) se togliamo all'insieme due ossigeni e il carbonio,(che è poi l'anidride carbonica che se ne va via durante la calcinazione) rimangono lo zinco e un ossigeno,che sommati i due pesi danno un totale di 81 al posto di 125 del minerale crudo, per cui nello stesso peso di minerale crudo, in quello cotto si ha in percentuale più zinco. Naturalmente non si tiene conto degli altri elementi presenti o associati al minerale che sono in quantità millesimali, tolto il Cadmio che può arrivare al 2-3 % la calamina terrosa invece è silicato di zinco e non si calcina perché la silice non si elimina con il semplice calore.
vedi qui i forni a tino in Val del Riso
Dalla "rivista del servizio minerario del 1921"
La calcinazione della calamina continuò a farsi in due forni ordinari a tino, pel minerale in roccia, ed in un forno Cermak Spirek pel materiale terroso che trovansi nella località "Bonacina" presso la stazione ferroviaria di Ponte Selva. (Fonte archivio minerario delle miniere di Gorno)
foto da (Biblioteca civica A. Mai, Bergamo) descrizione processo calcinazione (Scolari Luigi)
(Atti riguardanti attività Modigliani Gibson in Arera)
Atti notarili Strada Modigliani in Zambla
atti dei Modigliani a Parre
I Modigliani nelle valli bergamasche
Citazione:
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| MINIERE E INQUINAMENTO fabrycjx MINIERE DI GORNO 6/1/2023 13:24 3996 0 0.00 (0 voti)
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| TELINI GIOVANNI "MAESTRO DEL LAVORO" fabrycjx Personaggi 24/12/2022 14:39 2432 0 0.00 (0 voti)
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| Calegari Giampiero fabrycjx Personaggi 24/12/2022 14:34 3328 0 0.00 (0 voti)
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