Ultime foto inserite:
| Caterina di corai fabrycjx Filastrocche e proverbi 17/12/2020 11:27 4735 0 0.00 (0 voti)
Caterina di corai Lèa sö che ‘l canta i gai ‘l canta 'l gal e la galina Lèa sö che l’è matina
Caterina dei coralli alzati che cantano i galli cantano il gallo e la gallina alzati che è mattina
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| Giovanni Varischetti fabrycjx Personaggi 4/12/2020 11:43 761 0 0.00 (0 voti)
Giovanni Varischetti e le sue sculture
Giovanni vede la sua prima alba il giorno più lungo del 1934. Il 21 giugno.Come la maggior parte dei suoi fratelli e dei suoi compaesani di quella generazione cresce fra gli animali e le pietre, con le materie prime di un’esistenza semplice. Il fieno, le foglie, le pietre e il legno. Al legno tornerà dopo alcuni anni quando trasferitosi con la famiglia a Ranica, si troverà a giocarci. Il destino gli ha concesso di ottenere un impiego in un ponte radio sul colle della Maresana, laddove il suo compito è custodire ... Lui che aveva custodito per anni le bestie sul Grem, in Grina e in Golla, si trovava a custodire una stazione radio ripetitrice sul crinale di una collina. Per raggiungere questo posto di lavoro, risale un sentiero e attraversa i boschi. Ma a Giovanni prudono le mani, non è abituato a custodire delle apparecchiature con lancette che non dicono l’ora ma valori di cui non ha sentore. Dopo aver passato alcuni anni a lavorare di notte in fabbrica a Ponte Nossa,e governato le bestie di giorno in Grina, superare le preoccupazioni della crisi di fine anni 60 con un impiego del genere sembra un miracolo, e allora inizia a leggere testi sacri. Illustrati si perché a scuola non era uno dei più bravi...era sempre distratto pensando alle sue caprette. Dunque nella piccola officina di manutenzione del ponte radio della Maresana, un girono dopo aver svolto le sue mansioni ordinarie, si prepara un bastone, per scacciare le serpi lungo il cammino. Ma questo bastone gli viene tanto bene che lo deve regalare e ne fa un altro, e poi un altro ancora... Fino a quando qualche parente gli dice...: ma pròa a fa sö i rastèi...lui ascolta, e inizia a produrre rastrelli. Belli equilibrati... il manico di un legno, la testa di un altro e i denti di un altro ancora. Nel giro di qualche mese diventa un provetto produttore di rastrelli. Insomma siamo al limite perché la piccola officina del ponte radio si trasforma in un laboratorio. Ma d'altronde i compiti prevedono la presenza, l’ordine e la manutenzione. Ci sono tempi in cui il custode è comunque meglio che sia vigile e presente.Un giorno Giovanni passando per il bosco, vede una capra, accidenti! E’ intrappolata in un tronco e allora lui che fa? Taglia l’albero e libera la capra... Non ha attrezzi adatti, dunque se li crea limando pezzi di ferro e utensili di fortuna, ma la sua capretta lo guarda e gli sorride e allora le vuole dare compagnia e libera dal legno una gallina, poi un’aquila, poi ... un cavallo, poi una mucca e poi... Cristo. Cristo in croce è la sua liberazione preferita. A lui piace proprio togliere dal legno tutto quanto sta attorno a quella che dopo qualche giorno sa-rà una cosa che altri definiscono “opera”. E allora inizia ad aver cura del materiale e delle attrezzature e via via inizia ad assecondare una dote che nemmeno lui si spiega. Mani grandi, e nessuna preparazione scolastica, nessun principio di proporzione, disegno o tecnica appresa con un maestro. Niente di tutto ciò, solo la memoria di come è fatta una mucca, un cavallo e l’osservazione delle proprie membra per riprodurle nelle mani, braccia, volti ed espressioni dei personaggi realizzati. Giovanni per anni produce diverse sculture di diversi tagli e formati, a volte su richiesta di qualche amico, ma prevalentemente seguendo la propria indole indomita.Una passione che però abbandona quasi completamente quando cambiano i ritmi della sua vita. Il ritorno alla sua prima passione, gli animali, la stalla e i campi quando va in pensione. Si scorda la sua abilità e quasi come volesse voltare pagina fa a meno della sua capacità manuale. Torna a percuotere gli scalpelli a distanza di anni quando per fare un po’ di riabilitazione postoperatoria alle mani per tunnel carpale, segue i suggerimenti dei famigliari e riprende così daccapo. Prima libera un orso, poi un Cristo e poi ...
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beni storici e artistici della diocesi di Bergamo La via crucis
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| Triangolazioni fabrycjx MINIERE DI GORNO 12/11/2020 20:46 1950 0 0.00 (0 voti)
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| Fornello fabrycjx MINIERE DI GORNO 5/11/2020 19:37 3058 0 0.00 (0 voti)
MINIERE DI GORNO
Questa è la bocca di un fornello, attrezzata di griglia per calibrare la massima pezzatura del materiale che vi veniva scaricato. Massi di dimensioni maggiori dovevano essere rotti manualmente. Questo era necessario per non intasare le bocche delle tramogge sottostanti, per facilitare la movimentazione del materiale e non meno importante, per consentire il conferimento ai macchinari di frantumazione alle laverie che non potevano accettare pezzature oltre misura.
Estratto da una relazione dell'Ufficio geologico di Gorno riguardante i cantieri di Belloro(1962):
Volendo coltivare queste mineralizzazioni ci è sembrato di vedere la possibilità di usare la meccanizzazione per questa zona; il tratto di rimonta in questione è abbastanza rettilineo da q.780 a q 901 ed evaquate le ripiene presumibilmente mineralizzate, si può piazzare benissimo uno scraper potente (23-30 cv). L’abbattuto può essere screperato fino a q. 760, in appositi fornelli scavati da una traversa a letto che da P. Remoma(q.761)si porterà sotto la rimonta. A questo punto il materiale spillato verrà vagonato fino all’imbocco di P. Remona e da qui con un filo a sbalzo da q. 761 a q. 532 andrà a finire in una tramoggia fissata pochi metri sopra l’imbocco della galleria che servirà per i futuri spillaggi del materiale di M. Travasco. In questo modo le carovane dei locomotori potranno spillare direttamente. Citazione:
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| Concessione mineraria di Riso fabrycjx MINIERE DI GORNO 3/11/2020 14:01 1580 0 0.00 (0 voti)
Miniere di Gorno
Miniera Riso
Confinava a Nord con la concessione di Costa Jels, e vi entrava come un cuneo alla sinistra del tor- rente Riso, comprendendo l'abitato di Oneta fino alla frazione Plazza e ai mulini di Oneta a quota 725 m s.l.m.; comprendeva tutto il versante destro del Riso fino alla Madonna del Frassino a Nord- Ovest, a S. Rocco di Chignolo a Sud spingendosi fino alla località Riso, sul torrente omonimo a quota 550 metri: infine il confine seguiva il thalweg fino a Costa Jels. Le ricerche che diedero origine alla concessione Riso furono li intraprese per verificare il prolungamento delle mineralizzazioni coltivate a Costa Jels; infatti dal 1895 molti dei lavori intrapresi a Costa Jels si spinsero nel campo del Riso trovando ottime concentrazioni di minerale. Tra il 1899 e il 1900 l'Ing. Zay spinse le ricerche in questa zona dichiarandone la scoperta nell' anno 1900 e stilando il decreto di concessione l'anno successivo. I lavori interessarono dapprima la parte alta della concessione e da qui furono scavate nume- rose gallerie di ribasso ma, qualche anno dopo i cantieri superiori si impoverirono e così pure i nuovi ribassi che venivano aperti parevano meno fortunati. In seguito, i lavori presso il Riso incontrarono potenti concentrazioni che diedero nuovo impulso alle ricerche che si spinsero fino a 90 metri sotto il torrente con discenderie e un pozzo che, però, fu presto allagato facendo temere la stessa sorte per gli altri lavori profondi. Nel 1895 incominciarono i lavori alla galleria Fortuna 2, sul versante destro del Riso a Nord di Oneta a quota 736 metri, verso il gruppo di Gremme di Costa Jels. Più in basso si aprirono varie gallerie, tra le quali: nel 1900 la Fortuna Sotto 2, 60 metri più in basso, nel 1899 la Fortuna 2 bis, mentre nel 1898 fu aperta la Fortuna 3 (come ribasso) 74 metri più sotto, nel 1901 si aprì il ribasso Fortuna 4 sotto di 26 metri; scendendo di altri 70 metri fu aperto il ribasso Fortuna 5 nel 1903 e, sotto di altri 90 metri, il Fortuna 6. L'anno successivo il Fortuna 7 di altri 56 metri più in basso dal quale poi si dipartirono ricerche e coltivazioni in profondità mediante due discenderie munite di argani elettrici. Il pozzo Zay fu scavato fin dal 1903, pochi metri sopra il thalweg del Riso per esplorare in profondità; i lavori procedettero lentamente anche perchè il ribasso Fortuna 7 permise, con le sue discenderie, di compiere accurate ricerche sotto il thalweg. Il pozzo era dotato di argano e di pompe elettriche che non furono sufficienti ad impedirne l'allagamento che interruppe i lavori a 65 metri di profondità. Una galleria di scolo permise la successiva ripresa dei lavori. L'importante galleria Riso partiva dalla località omonima a quota 550 m s.l.m. con andamento rettilineo verso il pozzo Zay per 1600 metri (nel 1911) con una pendenza dello 0,5 %; suo scopo era anche quello di consentire lo scolo delle acque. Fu intrapresa nel 1907 e l'anno successivo l'installazione di una perforatrice meccanica ad aria compressa (7 Atm. fornite da un compressore a turbina) portò ad avere, nel 1909, un' avanzamento giornaliero di 2 metri. I lavori di estrazione proseguirono fino al 1921 con la temporanea chiusura legata all'agitazione delle maestranze già citata; successivamente, con la ripresa del lavori, venne progettato nel 1925 il prolungamento della galleria di ribasso iniziata nel 1908 fino ai cantieri di Val Parina (galleria Riso-Parina) per una lunghezza stimata di 6 km. Nello stesso anno vennero costruiti 9 telefori per un percorso totale di 3603 metri. Per collegare le 12 gallerie di ribasso e la laveria, all'imbocco della galleria Riso con la stazione ferroviaria di Ponte Nossa vennero realizzati 4 piani inclinati automotori (420 metri in totale) e 1510 metri di ferrovia decauville a livello. Dopo questo vasto lavoro di potenziamento degli impianti si registrò un notevole incremento della produzione con un periodo di stasi tra il 1930 e il 1934. Dal 1936 i lavori di ricerca e spoglio ripresero a pieno ritmo ed indirizzati sia al completo sfruttamento delle vecchie mineralizzazioni sia all'individuazione di nuove concentrazioni. Lo spoglio interessò soprattutto le colonne Fortuna, Selvatici e Cavrera. Nel 1944, in seguito agli ingenti scavi, si ripresentò il problema dell' eduzione delle acque risolto con l'installazione di nuove pompe. Nel 1950 si intrapresero nuovi lavori di preparazione e ricerca con- centrando, negli anni successivi, l'attività attorno alla colonna Fortuna. Nel 1961 ripresero i lavori nella galleria Riso-Parina che erano stati temporaneamente interrotti. Nel 1963 venne iniziata un 'intensa attività di ricerca nella zona del Basso Riso, coltivato negli anni successivi. Nel 1966 venne introdotto il metodo di coltivazioni a fronti lunghi e sgombero a mezzo di scrapers. Nel 1970 fu sospesa la coltivazione e iniziata una fase di ristrutturazione generale e preparazione proseguita fino al 1972. L'anno seguente, le ricerche per valutare la consistenza del giacimento portarono ad una parziale ripresa dell’estrazione e all'inizio del riarmo della galleria Riso-Parina. Seguì un progressivo calo nella produzione che condusse nel 1983 a decretare la definitiva chiusura dei cantieri con la rinuncia alle concessioni
Inquadramento geologico
Miniere Costa Jels e Riso.
Queste due miniere sono state aperte per permettere lo sfruttamento delle colonne Costa Jels, Fortuna, Val Preti e Selvatici. In questa zona è interamente presente la successione triassica media, il Metallifero, ed è molto estesa e assai potente la copertura formata dal Raibl. Qui si registrano gli spessori maggiori del Metallifero, che variano tra 75 e 80 metri. Il Metallifero ha subito notevoli sollecitazioni tettoniche, che hanno causato dei piegamenti. A que- sti piegamenti è abbinato un sistema di faglie con direzione N-S (faglia Grem. VaI Preti e Zuccone) che ha causato una suddivisione in zolle del Metallifero stesso. Le mineralizzazioni di Costa Jels e del Basso Riso sono legate a tre grandi anticlinali, che presentano asse pressoché parallelo alle tre faglie principali e posizionate, la prima 200 metri a E della raglia Grem, la seconda 150 metri a E della raglia VaI Preti e la terza compresa tra la raglia VaI Preti e Zuccone. Le ultime due anticlinali si ricollegano a formare una piega unica. Tutte le mineralizzazioni di Costa Jels e Riso sono impostate sugli assi delle pieghe sopra menzionate; in particolare la colonna Fortuna è collegata alla prima anticlinale, di cui rispecchia la direzione. Questa colonna ha una lunghezza di circa 2500 metri, una larghezza di 200 metri ed una potenza compresa tra i 12 e i 18 metri. La colonna Vai Preti è localizzata sul fianco orientale della seconda anticlinale, è disposta in direzione N-S, ha una lunghezza di 1000 metri, una larghezza di 100 metri e una potenza di 10 metri, risulta essere divisa in due orizzonti mineralizza- ti: il primo sito presso la tufite 1 e il secondo sotto la tufite 2. La colonna Costa Jels è formata da alcune colonne poste sulla cerniera e lungo il lato settentrionale della terza anticlinale. Sul fianco orientale della stessa, sono presenti due faglie mineralizzate, con direzione N-NE e S-SW, che danno origine alla colonna Selvatici: questa è costituita da quattro orizzonti mineralizzati, gli stessi che si ritrovano nella colonna Fortuna. In queste due colonne tro- viamo infatti un primo orizzonte, intorno alla tufite 1, un secondo a tetto della tufite la, mentre il terzo è compreso tra la tufite l a e la tufite 2, il quarto è attorno alla tufite 2. Nella colonna Selvatici sono invece presenti: l'orizzonte attorno alla tufite 2, quello compreso tra la tufite la e la tufite 2 (suddiviso in due suborizzonti) ed un quarto orizzonte impostato su una raglia verticale, che interessa la zona di tetto del Metallifero. E' stato notato che, nei settori in cui il Metallifero ha subito i piegamenti, si hanno le maggiori concentrazioni di galena e di blenda
Guarda la prima concessione mineraria qui
chiusura imbocchi 1982
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| Suor Emilia Magoni fabrycjx Vita religiosa in Val del Riso 26/10/2020 18:30 460 0 0.00 (0 voti)
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| Il treno in Val del Riso fabrycjx MINIERE DI GORNO 23/10/2020 19:28 2709 0 0.00 (0 voti)
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| Studio mineralogico fabrycjx PUBBLICAZIONI 16/10/2020 11:42 619 0 0.00 (0 voti)
Miniere di Gorno
L'industria mineraria estratto dal fascicolo di novembre 1953, annoIV Ing. Teresio Micheletti
leggilo qui
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| Gorenfilm fabrycjx PUBBLICAZIONI 9/10/2020 20:40 1715 0 0.00 (0 voti)
La Gorenfilm nasce alla fine degli anni 60 del secolo scorso come strumento di memoria storica, realizzando filmati di eventi e documentari a livello locale con tecnologia 8 millimetri e super 8 a colori. La realzzazione dei filmati venne eseguita da Enrico Telini, realizzando le riprese di acuni documentari:
1) La stela alpina (racconto di una tragica storia d'amore)
2) Giuanì castigamacc (Riprese di una rappresentazione della compagnia teatrale di Gorno)
3) Miniere e minatori della Valle del Riso (documentario)
4) La Laveria di Riso (documentario)
5) Lo stabilimento per la produzione di zinco elettrolitico nella Valle del Riso (documentario)
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| Don Matteo Diletti fabrycjx Vita religiosa in Val del Riso 23/9/2020 20:27 1805 0 0.00 (0 voti)
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