Ultime foto inserite:
| GALENA
fabrycjx MINIERE DI GORNO 9/8/2020 13:42
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MINIERE DI GORNO nella foto: galena incastonata nella calamina: solfuro di piombo (PbS)
Piombo
La metallurgia del piombo argentifero
minerali rinvenuti: Anglesite, Aragonite, Argentite, Arsenopirite, Auricalcite, Azzurrite, Bindheimite, Bornite, Bournonite, Calcopirite, Cerussite, Emimorfite(calamina), Fluorite, Galena, Greenockite, Idrozincite, Linarite, Malachite, Meneghinite, Montmorillonite, Piromorfite, Plattnerite, Polibasite, Proustite, Psilomelano,Sfalerite(Blenda), Smithsonite, Tenorite, Wulfenite, Zincite.
disciplina della raccolta di minerali
Per vedere una buona collezione di minerali delle nostre miniere: http://www.gianniminerali.it/minerali_di_bergamo.htm
approfondimenti su "Galena": http://it.wikipedia.org/wiki/galena
Altre informazioni: http://www.webalice.it/lapis40/Pagina_GOM06_Valdelriso.htm |
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| Stabilimento A.M.M.I. S.A.P.E.Z. di Ponte Nossa
fabrycjx MINIERE DI GORNO 2/8/2020 12:54
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Senato della Repubblica — 122 II Legislatura 5a COMMISSIONE (Finanze e Tesoro) GIOVEDÌ 26 NOVEMBRE 1953 (7a Riunione in sede deliberante) Presidenza del Presidente BERTONE Discussione e rinvio del disegno di legge: Aumento di capitale dell'Azienda minerali metallici italiani (A.M.M.I.) » (148) . Data la prevalente produzione di minerali di zinco in Italia in confronto alla capacità delle officine di trattamento, nel 1948 il Governo italiano, chiamato dall'E.C.A. e dallo O.E.C.E. a redigere il così detto programma a lungo termine, ha proposto tra l'altro la installazione di una nuova unità per la produzione di circa 15 mila tonnellate annue di zinco elettrolitico. La costruzione di tale impianto è stata consentita alla S.A.P.E.Z. in relazione alla sua notevole produzione mineraria ed alle possibilità produttive dei giacimenti in concessione. L'impianto è stato approvato dal Comitato dei metalli non ferrosi dell'O.E.C.E. nell'ottobre 1949. Nella seduta del 28 marzo 1950 il problema è stato riesaminato dal Comitato interministeriale per la ricostruzione (C.I.R.) che si è espresso favorevolmente. La costruzione dell'impianto di Nossa nel bergamasco, portata a termine nel maggio del 1952, ha necessariamente richiesto un grande sforzo finanziario. La spesa ha raggiunto circa 5 miliardi, di cui oltre 700 milioni coperti con autofinanziamenti e 3.250 milioni con finanziamenti a medio ed a lungo termine, tra i quali una anticipazione dell'E.C.A. di 1.400 milioni al favorevole tasso del 2,50 per cento. Purtroppo la depressione congiunturale del piombo, dello zinco e dell'antimonio, delineatasi nella primavera del 1952 ed accentuatasi alla fine dello stesso anno, non ha consentito di far fronte con autofinanziamenti all'ulteriore copertura delle spese per Nossa. L'impianto marcia ora a pieno regime. Negli ultimi mesi è stata superata una capacitàproduttiva prevista in 50 tonnellate al giorno. Larga parte della produzione è esportata negli Stati Uniti, sia in pagamento dei mutui E.C.A. sia per normali esportazioni. La marca S.A. P.E.Z. elettrolitico è nota ed apprezzata nei principali mercati mondiali ed è in corso di registrazione tra le primarie marche internazionali al London Metal Exchange.
docufilm descrizione storica e processo
clicca qui per vedere il video
documentario costruzione stabilimento 1952
notizie sull'industria del piombo e dello zinco in Italia
A.M.M.I. Camera di commercio
Citazione: |
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| Suore a Gorno
fabrycjx Vita religiosa in Val del Riso 6/7/2020 11:14
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| San Giuseppe
fabrycjx Vita religiosa in Val del Riso 30/6/2020 18:40
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Chiesa parrocchiale di Gorno
Statua di San Giuseppe
Festa di San Giuseppe lavoratore
A Gorno la festa di San Giuseppe lavoratore solitamente si celebrava con solennità nella terza domenica dopo Pasqua, ricorrenza stabilita nel 1847 da papa Pio IX. Ma probabilmente la tradizione è ancora più antica; in un appunto conservato nell’archivio parrocchiale infatti si legge: “Terza domenica dopo Pasqua - Solennità di San Giuseppe e prime comunioni. Da tempo immemorabile si celebra in questa occasione la festa di S. Giuseppe, protettore degli operai”. Conferma la si trova anche nel bollettino parrocchiale di aprile 1939 ove è scritto: “Domenica 14 aprile, terza dopo Pasqua si celebra in Parrocchia la festa del patrocinio di San Giuseppe. E’ la festa degli operai, festa che i nostri vecchi volevano celebrare con grande solennità. Ne sono prova i documenti esistenti nell’archivio parrocchiale”.
In occasione di questa festività a Gorno si tenevano le prime comunioni. La festa era così articolata: alle sei del mattino una prima S. Messa nella chiesa parrocchiale, alle sette ritrovo con i bambini della prima comunione presso l’edificio delle suore in località Madonna, quindi corteo verso la parrocchiale con i parenti dei comunicandi e le associazioni: Figlie di Maria, Azione Cattolica, Beniamine, Paggetti con le loro rispettive divise. Terminata la S. Messa con la cerimonia delle prime comunioni i bambini ritornavano presso l’edificio delle suore, dove venivano rifocillati con la colazione per essere pronti a partecipare alla S. Messa successiva delle dieci, celebrazione solenne con un canto davanti al trono, dove era collocata la statua del santo (questa era stata donata alla Parrocchia da un certo Francesco Cabrini della contrada dei Peroli dopo la metà del XIX secolo). Seguiva poi l’incanto della statua sul sagrato della chiesa parrocchiale e la processione per le strade del paese.
Nelle immagini la statua di S. Giuseppe ed alcuni momenti della processione tenutasi nel 1967 con il parroco di allora Don Giuseppe Magni, forse l’ultima volta in cui si è celebrata con solennità questa festa. Papa Pio XII già nel 1955 aveva infatti istituito la festa di “San Giuseppe artigiano” per dare un significato religioso alla ricorrenza laica della festa dei lavoratori celebrata il primo maggio. Ancora oggi a Gorno in quel giorno si celebra nella chiesa della Madonna delle Grazie una S. Messa nel ricordo di San Giuseppe lavoratore e artigiano.
(Amerigo Baccanelli)
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| Santa Barbara
fabrycjx MINIERE DI GORNO 8/6/2020 21:43
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Santa Barbara (statua della parrocchiale di Gorno) Patrona dei minatori
Pare nata a Nicomedia, in Asia Minore nel III secolo d.C. e che si sia trasferita poi a Scandriglia, in provincia di Rieti. Secondo la leggenda morì decapitata a mano del padre Dioscuro, di religione pagana, per ordine del magistrato romano a cui lui stesso l’aveva denunciata di essere cristiana. La morte fu preceduta da due giorni di feroci torture: fu flagellata con verghe, che secondo la leggenda si tramutarono in piume di pavone, venne torturata col fuoco e le furono tagliate le mammelle. Sempre secondo la leggenda Dioscuro, subito dopo l'esecuzione, venne colpito ed ucciso da un fulmine. Oggi i resti della Santa riposano nella Cappella omonima a Burano. L’iconografia di Santa Barbara si è diversificata nei secoli, influenzata anche dalle tradizioni culturali legati ai popoli che tuttora la venerano come protettrice "di coloro che si trovano in pericolo di morte improvvisa" in quanto rappresenta la serenità del sacrificio di fronte al pericolo senza possibilità di evitarlo. Nelle raffigurazioni più antiche è rappresentata con un pavone. Secondo alcuni si vuol fare riferimento alle penne dell'animale in cui si trasformarono, secondo la leggenda, le verghe con cui la vergine venne torturata; secondo si tratterebbe dell'araba fenice, capace di rinascere dalle proprie ceneri, a testimonianza anche della provenienza orientale di Barbara. In altre raffigurazioni la Santa compare associata ad una torre, alle sue spalle o, in miniatura, fra le sue mani, in ricordo della torre nella quale fu rinchiusa dal padre, che simboleggia la tendenza al Divino sin dai tempi della biblica torre di Babele. La Santa è stata inoltre raffigurata anche con la pisside, il calice che contiene le ostie benedette, per testimoniare quel potere concessole di impartire il sacramento a coloro che vengono colpiti dalla morte improvvisa.
le reliquie a Burano
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| Suor Cesarina
fabrycjx Vita religiosa in Val del Riso 2/6/2020 14:57
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Suor Cesarina al secolo Bassi Claudia (maestra) Scomparsa il 18/7/2011
Suore a Gorno
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| Chiesa della Santissima Trinità
fabrycjx Le Chiese di Gorno 31/5/2020 8:55
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LA CHIESA DELLA S. S. TRINITÀ
La chiesa della S.S. Trinità era già esistente prima della fine del XVI secolo, anche se è verosimile ritenere che successivamente sia stata fatta oggetto di ampliamenti e ristrutturazioni. Infatti il 29 giugno 1594 il consiglio comunale di Gorno nei “Capitoli per il curato” delibera che lo stesso “sia obligato al dì della S .ma Trinità a dir la mesa alla gisuola posta in Grumello et la terza festa di Pasqua di Resurecione et la terza festa della Pentecoste”. Sopra il portale in pietra è inciso l’anno 1633 e la scritta ”Introite in atria eius”.
Fu consuetudine della Parrocchia e del Comune di Gorno tenere nella casa attigua alla chiesa della S. S.Trinità un romito (remet); uno dei suoi compiti era quello di suonare le due campane della chiesa (la più antica reca inciso l’anno 1595, l’altra l’anno 1769) per annunciare il cattivo tempo, dall’inizio di maggio alla fine di settembre di ogni anno.
Nel 1993 la chiesa è stata oggetto di consistenti opere di ristrutturazione sia all’interno che all’esterno, sempre grazie al lavoro degli infaticabili volontari gornesi.
(foto Mario Varischetti) (testo di Amerigo Baccanelli)
In Val del Riso N°3 Marzo 1989
le chiese delle diocesi italiane
le campane
Il Crocefisso ligneo
Citazione: |
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| Il Crocefisso della S.S. Trinità di Gorno
fabrycjx PUBBLICAZIONI 29/5/2020 18:25
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Il Crocefisso della S.S. Trinità di Gorno
Un testo dello storico dell'arte Dott. Marco Albertatio e del restauratore Luciano Gritti.
Rivista Di Bergamo numero 101 (Genn. / Febb. / Marzo 2020)
Leggilo qui
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| Suor Giuseppina
fabrycjx Vita religiosa in Val del Riso 20/5/2020 17:00
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Suor Giuseppina, Al secolo Marina Dal Canton, apparteneva alle “Figlie della Sapienza”, congregazione religiosa di origine francese. Nata a Belluno nel 1892, giunse a Gorno all’età di 27 anni, nel lontano 1919. Arrivò a sera inoltrata: dopo essere giunta in treno a Ponte Nossa, un traballante calessino che l’avrebbe dovuta portare a Gorno si sfasciò a metà strada e la suora dovette proseguire a piedi nel buio e nelle strade deserte sino a raggiungere il convento delle suore della sua congregazione. Avrebbe voluto fare la missionaria, ma la madre generale le aveva detto: “ la tua missione è a Gorno”. E lo sarebbe stata per davvero. Maestra d’asilo, insegnò per molti anni ai bambini, per poi vederli giovani e adulti. Tante generazioni di gornesi passarono dai suoi insegnamenti. Ma il senso della missione la fece prodigare anche in molte altre attività: l’animazione delle compagnie teatrali femminile e maschile e dei saggi per bambini e ragazzi, l’assistenza a poveri ed ammalati, il catechismo festivo, la preparazione dei bimbi alla prima comunione. Nel 1959 fu festeggiata per il quarantesimo a Gorno ed in quell’occasione l’Amministrazione comunale la insignì di una medaglia d’oro. Nel 1966 a Monte di Nese ricevette dal Consiglio di Valle il premio “Fedeli alla montagna” per “la sua opera di educatrice in favore dei bambini.” In quell’anno, il 15 settembre, dopo ben 47 anni di permanenza Suor Giuseppina lasciò Gorno per Menaggio, dove morì il 17 settembre 1982. Venne sepolta nel cimitero di Gorno; infatti nel 1969 l’Amministrazione comunale le aveva concesso la cittadinanza onoraria quale “piccola ricompensa di quanto ha fatto nel suo operare quotidiano per la nostra comunità di Gorno”. Nell’immagine Suor Giuseppina (la “suorina” come veniva affettuosamente chiamata) accompagna i bimbi dell’asilo, in divisa, in occasione di due funerali nel 1953 e nel 1956. Sino alla metà degli anni sessanta del secolo scorso era infatti consuetudine portare i bimbi dell’asilo alle processioni religiose ed ai funerali, accompagnati dalla loro maestra
Articolo di Amerigo Baccanelli
vedi anche "la presenza delle suore a Gorno"
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| I FORNI A TINO PER IL TRATTAMENTO DELLE CALAMINE
fabrycjx MINIERE DI GORNO 22/4/2020 18:13
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Miniere di Gorno Nella foto le mura sopra le quali erano posizionati i forni a tino. I forni a tino Sono impiegati pei minerali in roccia ed in pezzi di grossezza superiore a 30 mm. In essi il combustibile viene mescolato al minerale nella proporzione del 5%. Adoprando carbone inglese a 10% di cenere questa resta nel minerale calcinato e ne aumenta la proporzione dello sterile di 0,625 per cento. Per i minerali ricchi ciò non reca grave inconveniente e d'altra parte questo sistema di calcinazione è il più economico. In altre miniere si adopra come combustibile la carbonella la quale dovrebbe avere un piccolissimo tenore di cenere e cosi evitare l'inconveniente sopra citato; ma anche questa a causa dei trasporti e delle manipolazioni giunge sempre ad avere un tenore assai elevato di cenere. Uno spesso massiccio di muratura contiene 5 forni a tino di forma a cono rovesciato, il cui diametro inferiore è 2 m quello superiore 2,60 m. e l'altezza totale 8 m, dei quali 6 m di tino vero e proprio. All'orifizio inferiore si trovano delle barre di ferro, muovendo le quali cade la calamina calcinata, e così la carica discende nel tino e quindi si colma dall'alto con un nuovo strato di calamina greggia e carbone. La calamina soggiorna nel forno 3 giorni ed ogni giorno si ricavano da un forno 10 tonnellate di calamina calcinata.
La calamina quale vien prodotta dalla miniera è un miscuglio di Smitsonite vera e propria e Calaumina, cioè di carbonato e silicato di zinco. Calcinando il minerale si scaccia l'acido carbonico e l'acqua dì cristallizzazione che rappresentano circa l/4 del peso delle calumine greggie e quindi si arricchisce in proporzione il tenore in zinco dì esse onde renderle commerciabili. Cosi una calamina greggia avente il tenore di 34 a 35% di zinco, dopo la calcinazione giungerà ad avere un tenore di circa 45-46%. tenore richiesto perché il minerale sia commerciabile. La calcinazione richiede una temperatura di 1000°. A seconda del materiale da sottoporre alla calcinazione si adoprano dei forni a tino, dei forni rotativi o dei riverberi. (tratto da un vecchio documento)
In Val del Riso N°6 Giugno 1982
Vedi anche Fondo Ripa
I forni di calcinazione
Citazione:Periodico In Val del Riso |
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